“In un mondo, sappiamo, inquinato dall’individualismo, che spesso vede nell’altro più un nemico da combattere che un fratello da incontrare, il vostro gesto disinteressato e anonimo è un segno che vince l’indifferenza e la solitudine, supera i confini e abbatte le barriere”. Così Papa Francesco ricevendo i membri della Fidas, la Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue, in occasione del 65esimo anniversario di fondazione.
“Il donatore – ha sottolineato il Pontefice – non sa a chi andrà il suo sangue, né chi riceve una trasfusione sa in genere chi è il suo benefattore. E il sangue stesso, nelle sue funzioni vitali, è un simbolo eloquente: non guarda al colore della pelle, né all’appartenenza etnica o religiosa di chi lo riceve, ma entra umilmente là dove può, cercando di raggiungere, correndo nelle vene, ogni parte dell’organismo, per portarvi energia. Così agisce l’amore”. “Ed è significativo, in proposito – ha aggiunto -, il gesto di stendere il braccio, che si fa nel momento del prelievo. Somiglia tanto a quello compiuto da Gesù nella Passione, quando volontariamente ha disteso il suo corpo sulla croce. È un gesto che parla di Dio, e ci ricorda che la missione evangelizzatrice della Chiesa passa attraverso la carità”. (AGI)