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Opportunità e sostegno a giovani, una riflessione a Napoli

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I giovani hanno bisogno di costruirsi la loro vita. Come? Due le condizioni, necessarie anche se non sufficienti: mercati senza barriere e Istituzioni che mettano tutti su un piano di parità. Da questo partirà la riflessione che domani, lunedì 23 ottobre, a Napoli coinvolgerà Claudio De Vincenti e gli ospiti del Rotary Club Napoli Nord, presieduto da Francesco Tavassi.
L’incontro si colloca nell’ambito del programma ‘Sostegno ai giovani: il futuro delle opportunità’, voluto da Tavassi, che è anche presidente di Temi Spa-Gls Napoli e socio promotore della Fondazione Merita Meridione-Italia. De Vincenti, presidente Onorario della Fondazione Merita, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno dal 2015 al 2018, ordinario di economia politica alla facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza e senior fellow dell’Università Luiss, ricopre anche l’incarico di presidente di Azzurra Aeroporti. Il filo del ragionamento dell’economista partirà dalle difficoltà strutturali del Sud che impattano pesantemente sulla condizione delle ragazze e dei ragazzi meridionali. E, per contrasto, dalle energie vive che proprio loro esprimono.

“L’impegno, che anche Fondazione Merita porta avanti, è quello di mettere al primo posto il tema della responsabilità, a cominciare dall’assunzione di responsabilità da parte di Governo centrale e amministrazioni regionali e locali – spiega De Vincenti – mercati senza barriere e Istituzioni che mettano tutti su un piano di parità richiedono uno spirito di coesione nazionale che ci fa guardare con preoccupazione alle possibili conseguenze di una eventuale autonomia differenziata.  Ciò di cui abbiamo bisogno è una politica che combatta le rendite di posizione e sostenga l’impegno delle forze vive della società civile meridionale”. “Da imprenditore – osserva Tavassi – sono particolarmente vicino alla visione della necessità di mercati senza barriere sociali e territoriali. E del resto, le recenti drammatiche vicende globali ci suggeriscono che il tempo del liberismo è finito. È l’ora di un paradigma produttivo governato da un adeguato assetto istituzionale, affinché la politica e la persona tornino al centro”. (AGI)

LIL