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Olanda: crescono decessi per eutanasia ma anche preoccupazioni

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Nei Paesi Bassi continua a crescere il numero di persone che scelgono di ricorrere all’eutanasia. L’anno scorso, quasi 10 mila persone hanno optato per la “dolce morte”, il 10% in più rispetto al 2023.
I Paesi Bassi, primi al mondo a legalizzare nell’aprile del 2002 l’eutanasia diretta e il suicidio assistito – dopo la depenalizzazione della Svizzera nel 1942 – consentono attualmente ai medici di porre fine alla vita di una persona se sta “soffrendo in modo insopportabile e senza prospettive di miglioramento”.
I dati pubblicati dai comitati regionali di revisione (Rte) dell’eutanasia hanno mostrato che il numero di decessi per eutanasia è passato da 9.068 nel 2023 a 9.958 nel 2024. Mentre la stragrande maggioranza delle persone – l’86% – aveva una malattia fisica avanzata come il cancro, 219 persone erano spinte da malattie psichiatriche. Quest’ultimo è un dato in constante aumento, anno dopo anno: nel 2023 è stato di 138 persone, nel 2010 appena due.
In una dichiarazione, Rte ha esortato i medici a usare “grande cautela” con le condizioni psichiatriche e a consultare uno specialista e un medico indipendente che fa parte di una rete che fornisce informazioni ai colleghi sull’eutanasia. “Il medico deve sempre fare appello all’esperienza psichiatrica per questi pazienti” ha detto, “l’obiettivo è essere ben informati e riflettere criticamente sulle proprie convinzioni”.
Per Rte in ben 6 casi i medici non hanno proceduto con sufficiente attenzione. In particolare, un medico non ha consultato uno psichiatra concedendo ugualmente l’eutanasia a una donna di 70 anni che voleva morire perché, dopo una frattura spinale, “non poteva più soddisfare il suo bisogno ossessivo-compulsivo di pulire”.
I timori riguardano soprattutto l’applicazione nei più giovani, specialmente dopo che un minore, che soffriva di autismo, ansia e sentimenti depressivi, lo scorso anno ha scelto di porre fine alla sua vita con l’eutanasia. Ma in quel caso la commissione che ha indagato sulla sua morte ha stabilito che il ragazzo soffriva irrimediabilmente e la valutazione della sua richiesta è stata effettuata con attenzione.
L’allarme sul pericolo dell’eutanasia giovanile è rilanciato da Damiaan Denys, professore di psichiatria all’Amsterdam University Medical Center. “Sebbene i numeri assoluti siano ancora bassi, c’è un recente, enorme aumento delle richieste e dell’eutanasia eseguita in pazienti con disturbi psicologici, soprattutto nei giovani sotto i 30 anni” dice “Questo dato è controverso perché non è chiaro se i giovani a quell’età possano soddisfare i criteri di due diligence. Come si può stabilire con certezza che un giovane con un cervello ancora in via di sviluppo voglia assolutamente morire, che la vita è vissuta come senza speranza e senza prospettive e che tutte le cure sono già state effettuate?”
Ma secondo Nvve, la società olandese per il diritto a morire, le cifre complessive corrispondono all’aumento della domanda. “I numeri aumentano leggermente ogni anno”, ha detto il presidente del gruppo, Fransien van ter Beek, “Questo dimostra che l’opzione dell’eutanasia è sempre più accettata e utilizzata. E proprio come negli altri anni, i comitati di revisione concludono che i Paesi Bassi hanno una pratica di eutanasia molto attenta. Questo è qualcosa di cui essere orgogliosi come Paese e da non dare per scontato”.
Secondo la legislazione attuale olandese, solo un medico può porre fine alla vita di qualcuno e solo a certe condizioni, tra cui che la richiesta del paziente sia volontaria e ben ponderata, senza “alcuna alternativa ragionevole” alla sua situazione.
Ci sono stati anche 54 casi di duo-eutanasia, in cui le persone hanno scelto di morire insieme. In passato si è sempre trattato di compagni di vita, ma nel 2023, per la prima volta, altri hanno scelto di morire in questo modo. Rte li ha definiti “parenti stretti”. L’eutanasia doppia ha fatto notizia l’anno scorso perché l’ex primo ministro Dries van Agt e sua moglie Eugenie hanno scelto di morire insieme in questo modo.
I due Paesi confinanti, Belgio e Lussemburgo, sono stati i primi a seguire l’Aja, con Bruxelles che nel 2016 ha deciso di estenderla ai minori, dopo che anche su questo campo i Paesi Bassi sono stati gli antesignani con l’approvazione del “protocollo di Groningen” che stabilisce i criteri da rispettare nell’eutanasia infantile. Nel 2021, è toccato alla Spagna depenalizzare l’eutanasia attiva diventato il quarto Paese europeo e il settimo al mondo. (AGI)
SPR/UBA