Sono stati condannati i sei uomini accusati dell’omicidio del giornalista investigativo olandese Peter R. de Vries, ucciso a colpi di arma da fuoco in pieno giorno in una strada nel centro di Amsterdam il 6 luglio 2021.
L’uccisione del giornalista 64enne famoso per le inchieste sul crimine organizzato aveva scioccato l’Olanda. A decidere la sua morte era stato Ridouan Taghi, boss della droga condannato a febbraio all’ergastolo per omicidi commessi dalla sua banda.
Considerata la delicatezza del caso, l’ultima udeinza si è svolta nell’aula-bunker del tribunale di Amsterdam che ha condannato due uomini a 28 anni di carcere per essere stati l’autista e l’esecutore materiale dell’omicidio e un teroz a 26 anni per il suo ruolo nella pianificazione dell’omicidio.
Il tribunale ha condannato anche altri tre uomini per complicità nell’omicidio, condannandoli a pene che vanno dai 10 ai 14 anni.
Altri due uomini sono stati assolti. Un nono individuo è stato assolto dall’accusa di complicità ma ritenuto colpevole di possesso di droga.
La procura aveva chiesto che il caso fosse trattato come ‘omicidio con finalità di terrorismo’, ma la Corte lo ha derubricato a omicidio semplice.
Peter R. de Vries si era guadagnato una reputazione internazionale dopo aver scritto del rapimento di Freddy Heineken nel 1983. Dal suo libro fu tratto il film del 2015 con Anthony Hopkins.
Il giornalista si è poi dedicato alla televisione, dove ha condotto un programma crime. Divenne noto per il suo coinvolgimento in diversi casi penali e dal 2020 era consigliere e confidente di Nabil B., il principale testimone dell’accusa nel processo contro Ridouan Taghi. Il fratello di Nabil B. era stato assassinato nel 2018 e il suo avvocato, Derk Wiersum, era stato ucciso a colpi di arma da fuoco nel 2019.
Nel 2019, De Vries rivelò che le autorità lo avevano informato che era su una lista nera stilata da Taghi e dopo la morte si cominciò a parlare dei Paesi Bassi come di un “narco-stato”.
Persino il nome de re e del primo ministro, Mark Rutte, comparivano nelle chat di gruppi criminali, suscitando il timore di attacchi o rapimenti. La principessa ereditaria Amalia, figlia del re Guglielmo Alessandro, ha vissuto in Spagna per studiare per paura che rimanesse vittia dei narcos olandesi. (AGI)