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Obbligo o raccomandazione? Il rompicapo dei vaccini

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di Civismundi

Natale con i tuoi e vaccino con chi vuoi”, così ha scritto Beppe Grillo sul suo bolg nel giorno di Natale. Il comico genovese, fondatore del Movimento cinque stelle, scherza sui vaccini: “… io li sto aspettando tutti, li vorrò fare tutti insieme in una un’unica siringata. Comincerò con la Sputnik 5 russo che dà questa leggera controindicazione di una leggera fosforescenza ai polpastrelli che verrà eliminata dal vaccino cinese che, in controtendenza, darà luccichio giallognolo al palmo della mano; tutte e due, poi, verranno coperti dai vaccini americani e inglesi. In ultimo quello italiano che amalgamerà tutto l’insieme, quindi io sarò immune e vi consiglio di fare altrettanto fino al Covid 2045”.

Secondo la ministra pentastellata Fabiana Dadone “ironizzare a volte su delle polemiche incredibili è un modo molto intelligente per riuscire a sgonfiare la polemica” Ma questa ironia non può coprire un dibattito che è molto acceso nel Paese, tra la gente, perché la propaganda no-vax è pervasiva, insinua dubbi non solo sull’efficacia, ma anche sull’innocuità dei vaccini. L’ultimo caso, piuttosto clamoroso, si è verificato a Brescia dove soltanto due operatori delle Rsa su dieci si sono dichiarati disponibili ad essere vaccinati.

Subito dopo il v-day di domenica, lunedì mattina, rispondendo a Luisella Costamagna durante la trasmissione di Rai 3 “Agorà”, la sottosegretaria alla salute, Sandra Zampa, del Partito Democratico, proprio con riferimento ai fatti di Brescia, ha detto testualmente: “Credo che l’obbligatorietà del vaccino debba essere una pre-condizione per chi lavora nel pubblico. Se ci dovessimo rendere conto che c’è un rifiuto che non si riesce a superare, penso che nel pubblico non si possa lavorare”.

Contro l’ipotesi del vaccino obbligatorio, almeno per i dipendenti pubblici, si è immediatamente scagliata proprio la ministra Dadone, titolare del dicastero della pubblica amministrazione, “Non sono favorevole ai vaccini obbligatori per i dipendenti pubblici” ha dichiarato intervenendo, poche ore dopo la sottosegretaria Zampa, alla trasmissione L’aria che tira” su La 7.

Non sono grande appassionata dell’obbligo in campo vaccinale – ha detto  Fabiana Dadone – il governo si è raccomandato e penso che una raccomandazione forte sia il modo migliore per raggiungere l’immunità di gregge. Usciamo da un anno molto complesso con 70mila cittadini uccisi dal Covid. Che oggi si discuta su come obbligare alla vaccinazione, lo trovo un modo assurdo di affrontare la situazione”.

Allora bisogna imporre l’obbligo, fino al punto di licenziare i dipendenti pubblici che rifiutano di vaccinarsi, o basta una “forte raccomandazione”?Anche il governo è diviso.

È costituzionale rendere il vaccino un trattamento obbligatorio? L’articolo 32 della Carta è molto chiaro: “Nessuno può essere obbligato obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Quindi obbligare si può, ma deve decidere il Parlamento. E davvero il confronto politico su un argomento simile sarebbe lacerante e divisivo quanto altri mai.

D’altronde lo Stato, sempre i sensi dell’articolo 32, “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità”. Ed è difficile tutelare individui e comunità con la presenza promiscua di persone immunizzate dal vaccino e altre che non lo sono. Tranne a continuare per un tempo lunghissimo e indeterminato a imporre divieti e restrizioni alle libertà individuali ed alle attività economiche.

Senza considerare che il vaccino prodotto dalla Pfizer, quello cioè che si sta cominciando ad iniettare in questi giorni, lascia ancora, anche per gli scienziati, parecchi margini di dubbio, in particolare sulla durata della sua efficacia.

Un bel rompicapo che, però, non saranno le chiacchiere da bar né lo scontro politico basato su interessi di propaganda, a poter risolvere.


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