Lutto nazionale di sette giorni in Macedonia del Nord, dove da oggi le bandiere sono a mezz’asta e sono previste diverse commemorazioni per le 59 vittime del rogo in una discoteca nel fine settimana. L’incendio che si è verificato durante un concerto hip-hop nella città orientale di Kocani ha causato oltre 155 feriti: un bilancio drammatico che ha suscitato un’ondata di cordoglio ma anche dure critiche alle autorità che stanno indagando.
Secondo il ministro dell’Interno, più di 20 persone sono indagate per l’incidente, 15 delle quali sono già state arrestate dalla polizia, mentre altre si trovano in ospedale. Nell’elenco dei sospettati figurano il proprietario del club, l’organizzatore dell’evento e i responsabili della sicurezza. Tra gli arrestati figurano anche un ex direttore dei servizi di soccorso e un segretario di Stato presso il ministero dell’Economia.
L’incendio è divampato quando una folla di giovani fan si è stipata al Club Pulse per assistere all’esibizione del famoso duo hip-hop Dnk. L’incendio sarebbe stato innescato dai fuochi d’artificio sul palco. Uno dei cantanti della Dnk, Andrej Gjorgjieski, è stato ucciso e l’altro, Vladimir Blazev, è rimasto ferito; sono morti anche un chitarrista, un batterista e un corista. Ieri, la direttrice dell’ospedale di Kocani, Kristina Serafimovska, ha affermato che molti dei morti “hanno riportato ferite dovute alla calca provocata dal panico mentre cercavano di uscire”.
Il governo ha poi decretato un periodo di lutto nazionale di sette giorni. “Uniamo le nostre forze, non permettiamo a nessun altro di sacrificare gli standard in nome del profitto, niente è più prezioso della vita dei giovani”, ha detto alla nazione la presidente della Macedonia del Nord, Gordana Siljanovska.
I video pubblicati sui social network e girati prima dell’incendio hanno mostrato che erano state installate delle “fontane sceniche”, un tipo di fuochi d’artificio al chiuso utilizzati durante gli spettacoli. Altri video mostrano enormi fiamme uscire dall’edificio, una struttura bianca a due piani a Kocani, una cittadina di 30 mila abitanti. Sono arrivati aiuti anche da paesi di tutta Europa e diversi pazienti in condizioni critiche sono stati trasferiti in ospedali all’estero. (AGI)