AGI – Chi si commuove ascoltando le note che Ennio Morricone scrisse per ‘Mission’, magari non sa di aver ballato su quelle arrangiate dal grande maestro per alcuni brani pop cosi’ famosi da essere entrati nella storia del costume italiano. E’ il caso di ‘Guarda come dondolo’ e ‘Abbronzatissima’, parte del felice sodalizio con Edoardo Vianello. Perchè, colonne sonore a parte, non è minore l’attività di Morricone sul fronte del pop italiano, in qualità di compositore e arrangiatore. La prima collaborazione risale al 1958 quando arrangia “Buon Natale a tutto il mondo” di Domenico Modugno. Nel 1961, lo stesso anno in cui le sue colonne sonore debuttano al cinema accompagnando le sequenze de “Il federale” di Luciano Salce, compone “Faccio finta di dormire” e “Cicciona Cha Cha” per Vianello.
L’anno dopo, è quindi il 1962, prosegue l’attività con Salce nei film “La voglia matta”, “La cuccagna”, e anche con Vianello per il quale arrangia il 45 giri “Pinne fucile ed occhiali/Guarda come dondolo” e “Abbronzatissima”; per quanto riguarda la composizione pop è invece la volta di altri due giganti del cantautorato italiano: Luigi Tenco, per il quale arrangia le musiche di “Quello che conta” e Gianni Morandi per il quale compone “Go-Kart Twist”. Nel 1963, parallelamente al lavoro con Lina Wertumuller per “I basilischi”, compone “Pel di carota” per Rita Pavone e “Nel corso” di Gino Paoli, per il quale arrangerà anche “Sapore di sale” l’anno dopo, cui testo è proprio della Wertumuller in un crossover di artisti del panorama culturale italiano del massimo livello.
Il 1964 al cinema è l’anno della consacrazione: escono ben nove musicati da Morricone e tra questi “I maniaci” di Lucio Fulci, “I marziani hanno 12 mani” della coppia Castellano e Pipolo, “Prima della rivoluzione” di Bernardo Bertolucci ma, soprattutto, “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone, tra l’altro suo compagno alle elementari, grazie al quale si aggiudicherà il primo Nastro D’Argento. In radio quell’anno pero’ viene suonata “Domani prendo il mio treno” di Paul Anka.
Per quanto riguarda la musica leggera italiana è il 1966 l’anno in cui regala due perle destinate a rimanere per sempre nella storia del genere. Come successo per “Nel corso” di Paoli, si parla di due corto circuiti stimolati dall’incontro di piu’ artisti di primo piano. Nel primo caso si tratta di “Se telefonando”, canzone composta come sigla della terza stagione della trasmissione “Studio Uno”. A cantarla è Mina; il testo è di Maurizio Costanzo e del drammaturgo e critico letterario Ghigo De Chiara; ma i fiati del brano sono un’idea di Morricone che, racconterà, si era lasciato ispirare dalle sirene della polizia di Marsiglia.
Ma il 1966 è l’anno di un altro incontro artistico che resterà storico: “Uccellacci uccellini”, brano composto per i titoli di testa dell’omonimo film diretto da Pier Paolo Pasolini (autore delle parole del brano), film che tra l’altro vanta l’ultima interpretazione da protagonista di Toto’. A cantarla è Domenico Modugno, che nella storia della nostra musica in qualche modo segnerà il passaggio dalla canzonetta al pop per come lo conosciamo oggi.
Da ricordare, sempre nel ’66, il contributo come arrangiatore al 45 giri “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones/Se perdo anche te” che consacrerà Gianni Morandi. Negli anni successivi saranno diversi gli impegni nel pop di Morricone, ma è nel biennio 1968/69, mentre prosegue naturalmente un’intensissima attività per il cinema con registi del calibro di Corbucci, Comencini, Petri e ancora Bertolucci, Pasolini e Leone, che il maestro collabora a tre brani con Sergio Endrigo: “Canzone per la libertà”, “Filastrocca vietnamita” e “Una breve stagione”, i cui testi sono firmati da intellettuali come Luciano Lucignani, Sergio Bardotti e Leoncarlo Settimelli.
Negli anni ’70 il nome di Ennio Morricone è già di livello internazionale, non è un caso infatti che il decennio, che culminerà nel ’79 con la sua prima candidatura agli Oscar per “I giorni del cielo”, si apra con una collaborazione d’eccellenza con la cantautrice statunitense Joan Baez per la quale scrive la musica di “Here’s to You”, inserita nella colonna sonora del film ‘Sacco e Vanzetti’ e che in italiano verrà cantata da Gianni Morandi col titolo “Ho visto un film”. L’attività pop di Ennio Morricone si concluderà nel 1989 con un altro grande della nostra musica, Zucchero, per il quale compone la musica di “Libera l’amore”, il brano che chiude “Oro Incenso & Birra”.
Vedi: Non solo film, nel carnet di Morricone decine di successi pop
Fonte: cultura agi