di Lorenzo Gaiani
A tutti i minimizzatori dei gravi fatti di Amsterdam suggerirei di ascoltare attentamente le voci dei due principali soggetti istituzionali olandesi, il Re ed il Primo Ministro, che forse un quadro più chiaro della situazione ce l’hanno.
Guglielmo Alessandro d’Orange, parlando con il Presidente israeliano Herzog, ha usato parole forti, affermando che “il nostro Paese ha fallito nel proteggere gli ebrei come fallì durante la Seconda guerra mondiale”: un’affermazione che deve essere costata molto al suo orgoglio nazionale e dinastico.
Il premier Dick Schoof ha detto di vergognarsi, e di non poter promettere che quanto accaduto non accadrà più, ma che il suo Governo farà di tutto perché le punizioni dei colpevoli siano esemplari.
Ovviamente uno dei primi a condannare con parole di fuoco le violenze antiebraiche è stato il leader dell’estrema destra Geert Wilders, ed è da immaginare che scene come quelle che si sono viste nelle strade di Amsterdam siano ulteriori elementi di consenso per lui e per quelli come lui sparsi in tutta Europa.
Ripetiamolo: Netanyahu è pessimo, il suo Governo non sta facendo il bene di Israele, e lo sfratto del Ministro della Difesa Gallant è un ulteriore elemento per pensare che si è ormai su di una china pericolosa.
Ma il clima antisionista, che facilmente diviene antisemita (lo disse a suo tempo Martin Luther King, ma vedo che molti se ne sono dimenticati) che si respira in certi editoriali, in certe dichiarazioni ed in certe manifestazioni fa spavento, e soprattutto la sinistra dovrebbe riflettere su quanto facilmente dalle parole e dagli slogan si arrivi ai fatti, come è accaduto l’altra sera.
Purtroppo l’antisemitismo è un virus per cui l’Europa non si è mai vaccinata, e questo non ha nulla a che fare con quello che accade a Gaza o in Cisgiordania.