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Nicaragua. Revocato lo status giuridico dei Gesuiti: terrore e repressione nel Paese

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In Nicaragua continua l’aggressione ingiustificata contro i Gesuiti in un contesto generale di repressione. La Provincia Centroamericana della Compagnia di Gesù deplora il provvedimento con cui il governo presieduto da Daniel Ortega ha revocato il suo status giuridico e parla di una repressione sistematica qualificata come crimine contro l’umanità con l’obiettivo di una piena instaurazione di un regime totalitario

Di: Paolo Ondarza – Vatican News

La Provincia Centroamericana dei Gesuiti esprime una dura condanna al provvedimento con cui le autorità del Nicaragua hanno revocato lo status giuridico della Compagnia di Gesù. In un comunicato, datato 23 agosto 2023, i Gesuiti deplorano la “nuova aggressione” definita “ingiustificata” contro l’ordine religioso fondato da Sant’Ignazio di Loyola, privata della possibilità di difendersi, un atto – si sottolinea – che si inserisce “nel clima di terrore in cui vive la popolazione nicaraguense” e in “un contesto nazionale di repressione sistematica qualificata come ‘crimini contro l’umanità’ dal gruppo di esperti di Diritti Umani formato dalle Nazioni Unite per esaminare la situazione in Nicaragua”.

Verso un regime totalitario
Secondo la Provincia Centroamericana della Compagnia di Gesù il provvedimento è finalizzato “alla piena instaurazione di un regime totalitario” della quale sono responsabili il presidente e la vicepresidente del Nicaragua, colpevoli di ostacolare “l’indipendenza e la neutralità del potere giudiziario”.  Nel comunicato si invitano i leader del Paese a cessare la repressione in atto e a favorire una “soluzione ragionevole in cui a prevalere siano la verità, la giustizia, il dialogo, il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto”.

Migliaia le vittime della repressione

Inoltre si chiede il pieno rispetto della libertà e dell’identità dei Gesuiti e delle persone che collaborano con loro. La Compagnia di Gesù del Nicaragua si dice in comunione con le “migliaia di vittime nicaraguensi in attesa della giustizia e della riparazione dei danni causati dall’attuale governo” ed esprime “gratitudine per le innumerevoli espressioni di riconoscimento, sostegno e solidarietà ricevute” a seguito dei crescenti oltraggi.

Nessuna possibilità di ricorso
Nel provvedimento governativo 105-2023  si stabilisce che i beni immobili e mobili della Compagnia di Gesù nel Paese siano trasferiti allo Stato. Come per gli altri casi di cancellazione di personalità giuridica stabiliti dal regime a partire dal 2018, la decisione è stata assunta senza che siano state espletate le procedure amministrative stabilite dalla legge. Ai gesuiti non è data la possibilità di ricorrere ad un giudice imparziale.

In aumento le persecuzioni contro la Chiesa cattolica

Prima di quest’ultima misura repressiva, circa una settimana fa il governo Ortega con il pretesto della lotta al terrorismo aveva già confiscato l’Università Centroamericana del Nicaragua (Uca), fondata dai gesuiti, e la residenza della Compagnia di Gesù a Managua senza concedere a quanti vi abitavano di raccogliere e portare via i loro effetti personali. Solo cinque giorni fa, lo scorso 19 agosto, invece è ricorso il primo anniversario dall’arresto di monsignor Rolando Álvarez, vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico di Estelí, condannato a 26 anni di carcere senza processo con l’accusa di cospirazione contro l’integrità nazionale e di propagazione di notizie false. Da allora nel Paese sono aumentate le persecuzioni contro la Chiesa Cattolica.