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“STORIA DI UNA CAPINERA” AL TEATRO STABILE DI CATANIA

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L’omaggio a Giovanni Verga, per commemorare il centenario della morte, proseguirà nei prossimi mesi con altre iniziative

Fonte: Ufficio Stampa Teatro Stabile di Catania

Con “Storia di una capinera”, in programma dal 25 al 28 gennaio 2022 in Sala Futura, il Teatro Stabile di Catania inaugura il proprio omaggio a Giovanni Verga nei cento anni dalla morte, che nei prossimi mesi si articolerà anche attraverso numerosi altri progetti artistici.
La riduzione teatrale dell’omonimo romanzo epistolare verghiano, curata da Rosario Minardi per questa produzione dello Stabile realizzata in collaborazione con Banned Theatre, dà vita a uno spettacolo stilizzato ed onirico, intenso e coinvolgente.
Una messinscena singolare, quella diretta da Valentina Ferrante e Micaela De Grandi, realizzata senza l’ausilio di musiche di scena ma sonorizzata attraverso l’uso degli oggetti e delle semplici voci degli interpreti che costituiscono il tappeto sonoro dello spettacolo, sempre presente a sottolineare la temperatura degli avvenimenti.
Cinque attori – insieme alle stesse Ferrante e De Grandi anche Giovanna Criscuolo, Federico Fiorenza e Massimiliano Geraci – animano i momenti salienti del romanzo che Verga scrisse ispirandosi a una piccola capinera che vide, rinchiusa in gabbia, lasciarsi morire per aver perduto la propria libertà.
«Nel romanzo Maria, giovane novizia, come quell’uccellino ferito si vede privata della vita e della libertà quando, allontanatasi momentaneamente dal convento a causa di un’epidemia di colera, assapora l’amore verso l’amico di famiglia Nino e per questo motivo viene costretta dalla sua matrigna a tornare tra le sue consorelle e a prendere i voti», ricordano Ferrante e De Grandi nelle loro note: «Maria morirà pazza nei sotterranei del convento, dopo il tocco freddo di quelle forbici che le recisero i capelli, con quell’amore in corpo per il suo Nino che avrà già sposato la sorella Giuditta, sempre per volere dell’algida matrigna. Il romanzo, attraverso le lettere che Maria indirizza all’amica fidata Marianna, è anche una sentita denuncia della condizione delle donne nella società siciliana dell’800, dove dignità e libertà venivano regolarmente calpestate in un contesto familiare che imponeva loro ogni scelta di vita. Quanto mai attuale nel raccontare l’avvento di un’epidemia e il conseguente stravolgimento della vita dell’epoca, che ha creato, così come crea ai giorni nostri, un forte impatto sulle coscienze, a volte risvegliandole, spesso intorpidendole».
Un progetto che si propone come un vero invito alla scoperta di uno dei più famosi romanzieri siciliani attraverso la forma teatrale, facilmente fruibile da un pubblico di tutte le età: molti saranno infatti, nei giorni di programmazione, anche i matinée che coinvolgeranno gli alunni delle scuole catanesi.
Si ricorda agli spettatori che in base alle ultime disposizioni del Governo sarà possibile accedere in Teatro solo con Green pass rafforzato e mascherina di tipo FFP2.