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Crif entra in Aretè, Confedercontribuenti: “É una vergogna”

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Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)


É notizia recente quella dell’ingresso di Crif – Centrale Rischi Finanziari, la S.P.A. che fornisce pareri ed indicazioni vincolanti sul merito creditizio delle imprese, con il 24,5% nel capitale di Aretè, societa indipendente di ricerca, analisi e consulenza economica specializzata nel settore dell’agroalimentare.

L’aumento di capitale determinato da questo ingresso è volto alla realizzazione di un piano quadriennale. Gli obbiettivi di crescita, fissati per il 2023, riguardano sia l’innovazione dei servizi per l’analisi dei dati che l’affermazione e la crescita nel settore in cui opera l’Aretè. Enrica Gentile, Amministratore Delegato della società, ha annunciato in pompa magna e con grande entusiasmo questa operazione che, a ben vedere, suscita moltissime perplessità e lascia trasparire più ombre che luci.

Crif, infatti, in questi anni è diventata un vero e proprio punto di riferimento del settore: banche, istituti di credito, finanziarie vi hanno sempre fatto riferimento per regolare i loro rapporti con imprese e contribuenti. Le informazioni di referenza creditizia da essa fornite, in questi anni, hanno – sostanzialmente – determinato la vita o la morte di moltissime aziende nostrane, specie le Piccole e Medie Imprese. Una società che dovrebbe essere totalmente indipendente e fuori da qualsiasi tipo di business, diventa invece azionista di un gigante dell’agroalimentare, che he tra i propri clienti grandissimi gruppi operanti nel settore. Tutto ciò è, francamente, inaccetabbie, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo. Nell’attuale fase storica, con migliaia di aziende alla canna del gas e migliaia di coraggiosi imprenditori ad un passo dal baratro, l’attività svolta da Crif avrà, certamente, un peso notevole. Basti pensare, ad esempio, alla gran mole di richieste di finanziamenti e prestiti che le banche saranno chiamate a gestire.

Ancora una volta, insomma, si affermano logiche contrarie al supporto ed allo sviluppo di quelle realtà che, da sempre, sono fondamentali per il tessuto sociale ed economico del nostro paese; ancora una volta si afferma la volontà dei potentati finanziari, a discapito di famiglie, cittadini, imprese.

Questo il commento di Carmelo Finocchiaro, Presidente nazionale di Confedercontribuenti: “Dovrebbe essere vietato, a società di questo tipo, di entrare in partecipazione in altre o di essere partecipate, perché devono restare indipendenti. É ora che il legislatore faccia chiarezza”.


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