di redazione
Il nuovo anno inizia, purtroppo, nel segno della pandemia. Da oggi, capodanno, al 6, giorno dell’Epifania, con la sola eccezione di lunedì 4, l’Italia è tutta zona rossa. Poi, a partire dal 7 gennaio, tornerà la zona gialla in tutte il Paese?
Alla domanda risponde la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa (PD), chiarendo che da giorno 7 “si ricomincia con la normale colorazione, giallo, arancione e rosso, sulla base delle misurazioni illustrate ogni settimana e che tutti conoscono, a partire dalle Regioni”. E a cosa portano le misurazioni effettuate? La sottosegretaria afferma di non conoscere “esattamente i dati di tutte le regioni, ma siccome le cose stanno andando meglio” pensa che prevarrà il colore giallo, anche se “non si possono escludere nuove zone rosse, dipenderà dall’andamento dei dati”.
Curva in (lenta) decrescita
Sul fronte dei contagi lo scenario si presenta in chiaroscuro. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha detto ieri alla stampa che “L’impatto delle festività natalizie potrà essere misurato intorno a metà gennaio”.
Per Brusaferro “La curva nel nostro Paese è in decrescita, ma è una decrescita un po’ rallentata. Però ci sono Paesi a noi vicini che mostrano invece una curva in ricrescita. Questo è un grande incentivo a fare in modo che la nostra curva si mantenga in decrescita. L’incidenza in Italia resta ancora molto elevata: 134 ogni 100 mila abitanti, lontani dalla soglia di 50 per 100 mila. Cinque regioni hanno una probabilità superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione posti letto in area medica in 30 giorni e tre regioni per le terapie intensive”. Liguria, Calabria e Veneto hanno superato il valore 1 di Rt “e questo segnala la probabilità che i casi aumentino. Altre come Puglia e Basilicata hanno un Rt intorno a 1 e altre vicino a 1. Questo dà un segnale di attenzione perché sono nella fascia di Rt dove il numero di casi tende a non decrescere”. (n.d.r. L’indice Rt misura il numero dei contagi che possono essere causati da una sola persona, in media e in un determinato periodo di tempo).
I vaccini
Per quanto riguarda i vaccini anti-Covid, mercoledì prossimo, 6 gennaio, l’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, dovrebbe dare il via libera anche al vaccino di Moderna, grande casa farmaceutica statunitense, rendendo disponibili altri 10 milioni e 600 mila dosi.
“Sommando le dosi di vaccino che abbiamo a disposizione (e che arriveranno) da parte di Pfizer e di Moderna” afferma il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, “sostanzialmente arriviamo a sfiorare i 62 milioni di dosi. E questo deve essere sottolineato come ulteriore elemento della capacità dell’Italia di dotarsi delle dosi che servono”.
A parere di Franco Locatelli: “i sacrifici chiesti agli italiani stanno dando i loro frutti. E questo non sarebbe stato possibile senza l’adesione convinta dei cittadini. Con l’inizio della campagna vaccinale vediamo il primo raggio di sole e di luce dopo la notte buia, profonda e dolorosa vissuta nel 2020. Leggere che il Paese è in ritardo sui vaccini mi sembra ingeneroso e prematuro, a soli 4 giorni dal via della campagna”.
La riapertura delle scuole
Per quanto riguarda le scuole, il 7 gennaio riprenderanno le lezioni gli istituti che sono stati chiusi fino a prima delle vacanze di Natale e riapriranno regolarmente le scuole materne ed elementari, che erano già aperte a dicembre.
Però, almeno fino al 15 gennaio, le classi saranno dimezzate. È saltato infatti l’obiettivo, che il governo aveva fissato per decreto, di assicurare le lezioni in presenza per il 75% degli alunni. Infatti il ministero dell’Istruzione ha diramato una circolare ai presidi in cui si ammette che: “Il prezioso lavoro che avete svolto per rispettare il 75% è, di fatto, rinviato”.
La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina (M5S) si dice convinta che il lavoro fatto dai prefetti per rafforzare i trasporti aiuterà un graduale ritorno alla normalità anche per gli studenti delle scuole superiori. In effetti le prefetture hanno approvato i documenti operativi per la riapertura delle scuola dal 7 gennaio, considerando una presenza fisica nelle classi al 50%. “In pochi giorni – ha dichiarato la ministra Azzolina – i tavoli guidati dai prefetti hanno permesso di elaborare misure specifiche, territorio per territorio, e subito operative. Un lavoro di squadra di cui andare fieri. Nell’unico interesse di studentesse e studenti”.
Sulla delicata e difficile questione dei trasporti urbani in vista della riapertura delle scuole e del proficuo lavoro svolto dai prefetti è intervenuta anche la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli (PD), la quale si è detta sicura che il 7 gennaio “Saremo pronti, perché l’impegno di tutti è stato massimo e di questo ringrazio molto i prefetti, con cui abbiamo definito modelli organizzativi territoriali, in grado di coniugare la giusta flessibilità e l’ascolto delle esigenze locali. Grazie a questo coordinamento la scuola ripartirà più sicura con più mezzi del trasporto locale e una riorganizzazione degli orari. Chiuderla è stata tra le scelte più sofferte affrontate dal governo, il lavoro di tutti e la collaborazione istituzionale ci consentirà di riaprirla”.
Francesco Boccia (PD), ministro per gli Affari regionali e le autonomie, hadichiarato dal canto suo che “la priorità del governo di riportare in aula dal 7 gennaio anche gli studenti delle scuole secondarie. In queste settimane su tutti i territori regionali è stato fatto un lavoro incessante di raccordo dei diversi livelli istituzionali per garantire tutti i servizi pubblici, a partire dalla sicurezza sanitaria. Con Regioni, Comuni e Province è stato fatto un eccellente lavoro di coordinamento dai prefetti e oggi i piani operativi sono pronti per essere attuati. La scuola è una responsabilità collettiva, una sfida che vinciamo se accompagnata da una continua, leale collaborazione tra tutti i livelli istituzionali”.