AGI – A un mese dall’inizio delle vaccinazioni anti Covid, negli Usa solo il 5,4% delle persone che lo hanno ricevuto sono afroamericani, percentuale di gran lunga inferiore rispetto ad altri gruppi etnici. La forte disparità sociale nell’accesso al vaccino emerge da uno studio dei Centri Usa per il controllo delle malattie e la prevenzione (Cdc) diffuso sulla stampa statunitense. Tuttavia le stesse agenzie sanitarie federali hanno riconosciuto l’insufficienza di dati per arrivare ad un’analisi più completa e definitiva su tutto il territorio nazionale.
In base alle prime rilevazioni la percentuale di cittadini afroamericani vaccinati è inferiore a quanti nello stesso gruppo etnico lavorano nelle case di cure per anziani – il 14% dei vaccinati – e nel settore sanitario (16%), due dei gruppi prioritari nel piano vaccinale nazionale.
Lo studio ha preso in considerazione 12,9 milioni di vaccinazioni eseguite tra il 14 dicembre e il 14 gennaio, dopo che la Food and Drug Administration (FDA) ha dato il via libera ai vaccini di Moderna e Pfizer. Di questi, secondo i dati la cui origine etnica è stata resa nota ai Cdc, il 60,4% dei vaccinati era bianco, l’11,5% latinoamericano, il 6% asiatico, il 5,4% nero e il 14,4% di diverse origini.
Secondo le agenzie sanitarie federali, nei 64 stati e territori e nelle cinque giurisdizioni federali che hanno avviato la campagna di vaccinazione i dati trasmessi contengono informazioni circa l’età, nel 97% dei casi, sul sesso nel 99,9%, ma solo nel 51,9% per quanto riguarda dettagli sulla razza o l’etnia. “Una segnalazione più completa dei dati sulla razza e sull’etnia a livello di fornitore e giurisdizione è fondamentale per garantire una rapida individuazione e risposta a potenziali disparità nella vaccinazione Covid-19” hanno sottolineato i ricercatori.
Negli Usa le disparità etniche nell’accesso ai vaccini si ricongiunge ai rischi di contrarre il Covid-19 e di morire a causa del virus: gli afroamericani hanno un rischio di decesso 1,5 volta superiore rispetto ai bianchi e i latini 1,2, come riferito dal progetto Covid Tracking.
La maggior vulnerabilità al coronavirus degli afroamericani e latinoamericani è il risultato di decenni di politiche sanitarie inique che hanno reso questi due gruppi particolarmente vulnerabili ad altre patologie, in particolare al diabete di tipo 2, che colpisce due volte di più gli afro rispetto ai bianchi, fattore che aumenta il rischio di sviluppare forme gravi di Covid.
I ricercatori hanno collegato le disparità sanitarie a diversi fattori sistemici (innanzitutto la segregazione abitativa, che un tempo era istituzionalizzata come politica razzista del governo degli Stati Uniti) ma anche interpersonali come la discriminazione da parte degli operatori sanitari.
Per giunta, secondo un recente articolo pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences, il drammatico impatto del Covid-19 sui neri e sui latini negli Stati Uniti ha ridotto la loro aspettativa di vita alla nascita rispettivamente di 2 e 3 anni, contro lo 0,68 anni per i bianchi.
Vedi: Negli Stati Uniti soltanto il 5,4% degli afroamericani è stato vaccinato
Fonte: estero agi