Di Augusto Lucchese
Governo parolaio e dubitabile. politica incapace – economia claudicante. Servizi pubblici trascurati e largamente inefficienti. Guerre distruttrici di vita e di civiltà – un pianeta in fiamme.
Il titolo potrebbe sembrare allarmistico, esagerato o semplicemente pessimistico ma, alla luce di quanto sta avvenendo in queste ultime settimane, particolarmente in questi ultimi giorni, non sembra esserlo.
Trattasi, viceversa, di una “tempestosa” e “cocente” realtà che è sotto gli occhi di tutti.
Parecchi dei disastri avvenuti erano prevedibili e contenibili ma l’incuria, la sciatteria, la ben modesta capacità di chi sta in timoneria, le remore interne ai vari schieramenti partitici, il permissivismo, il lassismo e il basto burocratico ampiamente dimostrati dagli organi istituzionali di riferimento e di controllo ecc. ecc., come ormai accade in Italia da almeno cinquant’anni a questa parte, hanno portato molti degli amministratori comunali, regionali e nazionali a non adottare seri provvedimenti in materia del delittuoso reiterarsi dei consueti roghi estivi.
Ma chi può giudicare i responsabili di tante “omissioni” se un po’ tutti nella scala gerarchica istituzionale e politica sono presuntivamente invischiati in un sistema che porta a privilegiare più l’apparenza e il formalismo piuttosto che la sostanza dei doveri amministrativi?
Troppi “poteri” vacui e inconsistenti, quando non addirittura “condizionati” a vario titolo, non sono certo il toccasana atto a correggere un andazzo di cose pressoché fuori controllo.
Ciò non toglie, tuttavia, che parecchi dei signorotti da strapazzo che affollano le aule parlamentari, le stanze del “potere” (effettivo o meno, quale quello del sempre osannato “Colle”), le più o meno precarie segreterie dei partiti, i centri nevralgici esecutivi spesso e volentieri in ritardo rispetto agli avvenimenti, se non proprio in “tilt”, le più o meno appariscenti e bene addobbate sedi di Regioni, Prefetture, Comuni, Enti locali ecc., ecc., seguitino imperterriti a diffondere chiacchiere, proclami, aleatori bollettini di positivi risultati, trattati di bugie e fregnacce elettorali.
La dilagante concrea dei politici di professione – ben pasciuti e per molti versi appartenenti ad un mondo di alieni – non ha più alcunché di affidabile e sembra abbia perso per strada qualsivoglia caratteristica di obiettività e di spirito di servizio.
Chi più e chi meno presumono di recitare la parte dei “salvatori della Patria” ma più che altro appaiono, spesso e volentieri, come attori da avanspettacolo, neppure tanto bravi.
Ritornando sull’argomento delle sempre più ricorrenti e deleterie emergenze meteorologiche – risaputamene dovute al surriscaldamento degli oceani, dei mari, dell’atmosfera – che nel complesso impattano disastrosamente sull’ambiente abitativo e produttivo della sbandata società umana dei nostri tempi, non appare agevole dare fiato ad alcun plauso ad una Presidente del Consiglio che, correndo da un capo all’altro della Nazione e del Pianeta (oggi è negli Stati Uniti, a Canossa da Biden), dimostra ampiamente di essere dedita più alle “conferenze internazionali” e ai frequenti incontri con capi di Stato più o meno illustri, che a risolvere con i fatti e senza demagogia le emergenze di casa nostra, non sempre facenti capo a problematiche in corso con l’Europa o con altri Paesi.
Che giudizio esprimere, altresì, a carico di un certo ex siciliano, reduce dall’avere ricoperto per cinque anni la Presidenza di un incerto e discusso governo della Regione Sicilia (quindi politicamente corresponsabile dei guasti oggi affiorati in materia di tutela del patrimonio boschivo e del territorio), oggi Senatore e – vedi caso – Ministro della Protezione Civile, quando alla specifica domanda posta da un giornalista circa le cause dei disastri verificatisi (aeroporto Fontanarossa compreso), non ha saputo fare altro che trarsi d’impaccio con una laconica quanto sciocca dichiarazione: … “riferirò domani in Parlamento”.
Ognuno ne tragga le considerazioni che ritiene più pertinenti.
Senza dire che cotanto personaggio è costato, per 5 anni, la bella sommetta di circa 14/mila euro al mese e tuttora ne costa circa 12/mila da Senatore, oltre al congruo appannaggio concernente la carica di Ministro.