Il presidente russo Vladimir Putin è “senza alcun dubbio responsabile” della morte dell’oppositore Alexei Navalny: lo ha affermato l’ex oligarca e dissidente russo Mikhail Khodorkovsky intervistato da Monica Maggioni per il programma ‘In mezz’ora’ su Rai3.
Secondo Khodorkovsy, la versione che Navalny sia morto “per puro caso dopo essere comparso il giorno prima in perfetta salute davanti al giudice non ha nessuna credibilità”. Navalny “era un politico coraggioso e di grande talento” e avrebbe potuto “svolgere un ruolo importante nel futuro della Russia”, pertanto a un mese dalle elezioni il Cremlino “ha avuto paura”. La fine di Navalny, secondo l’ex imprenditore russo che ha trascorso un decennio nelle carceri siberiane, “dimostra la vera faccia di questo regime assolutamente malavitoso. Trovo molto difficile che si possa negoziare con un regime del genere su qualsiasi cosa. E’ un regime illegittimo con cui è possibile negoziare soltanto da una posizione di forza”, ha aggiunto.
Khodorkovsky si dice molto preccupato per la sorte degli altri detenuti politici in Russia: “Il loro destino deve davvero preoccupare l’Occidente e spero che al Cremlino venga chiesto che questi prigionieri politici siano rilasciati al più presto. E che le cosiddette elezioni”, che si terranno tra un mese in Russia, “non portino al riconoscimento della legittimità” di una ennesima vittoria di Putin da parte occidentale. “Nelle cosiddette elezioni nessuno conterà i voti, scriveranno quelli che Putin deciderà di ottenere”. “Speriamo davvero che i Paesi occidentali che per tanto tempo hanno osservato quel che accade in Russia trovino la forza di negare qualsiasi riconoscimento a ciò che Putin rappresenta. Nel 2018, l’Occidente riconobbe la legittimità delle elezioni e si congratulò con Putin. Il suo ringraziamento è stato nel 2020 l’invasione dell’Ucraina. Se l’Occidente farà ancora finta di nulla non sappiamo chi sarà il prossimo”.
Secondo il dissidente russo, “Putin non si fermerà perché la guerra è una costante della sua vita politica ed è il suo modo di conservare il potere. Finché Putin sarà vivo non ci sarà pace nel continente europeo. L’Europa non comprende che la guerra in Ucraina bussa anche alle sue porte”. (AGI)