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Nasce il quarto polo automobilistico del mondo

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di Antonino Gulisano

La fusione tra FCA e Peugeot dà vita a Stellantis, quarto produttore automobilistico al mondo con un fatturato superiore ai 180 miliardi di euro. Ecco come l’operazione può cambiare il mercato.

Stellantis rappresenta poco meno di 9 milioni di auto vendute e 400.000 dipendenti, numero che è la somma dei circa 200mila a testa che i due colossi contano ad oggi.

La nuova holding segna circa 44 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. Da sottolineare come ad entrambe le realtà vadano ricondotti marchi storici e in grado di muovere da soli numeri notevoli.

Da FCA marchi come Fiat, Alfa Romeo, Jeep, Maserati, mentre da PSA Peugeot, Opel, Citroen e tante altre.

Stellantis, la holding che eredita le due case automobilistiche Fiat-Chrysler e Psa, nascerà il 16 gennaio. Le assemblee dei soci dei due gruppi, convocate ieri in via straordinaria e ovviamente da remoto, hanno dato il via libera quasi all’unanimità alla fusione paritetica, completando l’ultima tappa dell’integrazione dopo il recente ok (condizionato) dell’Antitrust Ue.

Stellantis sarà quotata in borsa su tre listini — Milano e Parigi, dove le contrattazioni cominceranno il 18 gennaio, New York, il 19 gennaio — diventando il quarto gruppo al mondo per volumi. Ai soci di Fca — che per fatturato pesa di più di Psa — verrà corrisposto un dividendo straordinario da 2,9 miliardi compensando la fusione alla pari (50% e 50% con un consiglio di amministrazione di 6 componenti di derivazione francese e cinque riconducibili alla casa italo-americana) corrispondente a 1,84 euro per ogni azione ordinaria. E il 23% di Faurecia, nel perimetro di Stellantis, dotandola di maggiore cassa rispetto agli accordi immaginati un anno fa. All’azionista di riferimento Exor, la holding della famiglia Agnelli, spetta poco meno di 1 miliardo. La fusione la converte nel primo socio (col 14%) di Stellantis nel cui capitale figurano la famiglia Peugeot, lo Stato francese e i cinesi di Dongfeng avviati all’uscita.

Il board sarà composto dal presidente John Elkann, il vicepresidente Robert Pegeout, il CEO Carlos Tavarez e il resto dei membri Kevin Scott, Henri De Castries, Andrea Agnelli, Wan Ling Martello, Ann Frances Godbehere, Jacques De Saint-Exupéry, Nicolas Dufourcq e Fiona Clare Cicconi.

Il CEO (Amministratore delegato) Carlos Tavares è apparso il più emozionato nel comunicare la fusione, che ha definito un “momento storico”: “Oggi vi parlo con emozione e grande eccitazione, per accogliere un momento storico, che mira a proteggere i lavoratori e garantire il futuro della società, ed è frutto della grande maturità degli azionisti dei due gruppi che hanno una visione chiara dell’avvenire e hanno dimostrato di sapersi adattare alle diverse condizioni con spirito collaborativo, costruttivo e maturo”.

I governi di Roma e Parigi esprimono apprezzamento per la fusione. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e dell’economia francese, Bruno Le Maire, ritengono che possa crearsi un «nuovo campione europeo verso la transizione verde».

Da Parigi si parla di «fatto epocale» e non sfugge che a guidare sia Carlos Tavares — che evidenzia la giusta «taglia per garantire un futuro al gruppo» — coadiuvato dal presidente John Elkann. Che rivendica «il ruolo chiave nel prossimo decennio che ridefinirà la mobilità», restando «azionisti di riferimento».

Psa porterà in dote i maggiori volumi in Europa su cui pesano però i vincoli sulle emissioni e il rischio di maxi-multe in caso di non raggiungimento degli obiettivi. Sull’elettrico i francesi hanno scommesso con maggior vigore, mentre Fca sta proseguendo su una politica di compresenza tra diesel e benzina, elettrico e ibrido.

La sfida del prossimo decennio è aggredire il mercato cinese, nel qualeentrambi recitano un ruolo marginale. L’attesa sarà per il piano industriale che sarà svelato da qui a qualche mese.

Il primo test per Stellantis: si capirà se ci sono sovrapposizioni sugli impianti, il timore dei sindacati. Quelli italiani, privi di una legge sulla rappresentanza, non hanno un posto nel board.

Il fatturato combinato supera quota 180 miliardi, i dipendenti sono 400 mila. Dalla fusione sono previste sinergie per 5 miliardi all’anno.

Nel documento redatto dal board di Fiat Chrysler a uso degli azionisti in vista dell’assemblea odierna, si mettono in evidenza altri esiti della combinazione societaria.

Con la fusione ci si aspetta un equilibrio geografico e di prodotto. Sullo scacchiere globale, infatti, Fca porta la sua forza in Nordamerica e America Latina (in particolare, rispettivamente, grazie a Jeep e Fiat in Brasile), mentre Psa porta in dote una solida posizione in Europa. A matrimonio consumato, il 46% dei ricavi arriverà da Europe, Middle East e Africa ed Eurasia e circa il 44% dal Nord America, escludendo Faurecia e sulla base dei dati a consuntivo del 2019. Con la fusione si guarda con interesse alla strategia di espansione in altre regioni, Cina su tutte.

Nello stesso documento si rimarca la già “forte” impronta globale dedicata alla ricerca & sviluppo, che si traduce in 51 centri e circa 33 mila dipendenti dedicati allo sviluppo che potranno unire le forze sui campi dei veicoli alimentai con nuove energie, mobilità sostenibile, guida autonoma e connettività.

L’unione genera anche un tornaconto finanziario. Soprattutto grazie alla messa a fattor comune di tecnologie, piattaforme, prodotti e catene di forniture si prevedono sinergie annuali industriali superiori a 5 miliardi di euro.

Stellantis, la fusione tra FCA e PSA, sarà il primo gruppo della mobilità a livello europeo. La scommessa futura dovrà essere una mobilità verde e un sistema integrato tra mobilità sostenibile e ambiente. Senza tralasciare la nuova economia d‘impresa partecipata, come impresa condivisa nelle strategie aziendali.


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