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Musica: cantava “Cosa farò da grande”, i 90 anni di Gino Paoli

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Compie 90 anni domani, 23 settembre, Gino Paoli, cantautore fra i più noti e importanti della musica italiana. Impossibile nell’immaginario comune, non legare il nome dell’artista genovese a “Il cielo in una stanza” cantata da Mina che iniziava con la strofa: “Quando sei qui con me, questa stanza non ha più pareti ma alberi, alberi infiniti…”. Un pezzo capolavoro dell’artista che ha sulle spalle anche un’esperienza politica nelle file del Pci. Prima ancora di quel successo, c’era stata “La gatta”, canzone sul facile “giro di do”, che alla chitarra tanti giovani di quell’epoca hanno provato a riprodurre. E poi c’e’ “Senza fine”, che le cronache dicono fosse dedicata a Ornella Vanoni, suo grandissimo amore. E “Sapore di sale”, altro pezzo cult conosciutissimo del 1963, fino a “Una lunga storia d’amore”.
Figlio di un ingegnere navale e di una casalinga giuliana, Gino Paoli nato a Monfalcone il 23 settembre 1934, si è trasferito da piccolissimo a Genova città a cui resterà legato per sempre. Proprio in Liguria frequenta un gruppo di amici che poi faranno parte della cosiddetta “scuola genovese” dei cantautori: Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Fabrizio De André, Umberto Bindi, Joe Sentieri, Giorgio Calabrese ed i fratelli Gian Piero e Gian Franco Reverberi.
Nel 1961, ecco la grande storia d’amore con Ornella Vanoni, cui è legato ancora da una grandissima amicizia, e nel 1963 l’amore-scandalo con Stefania Sandrelli, di cui si innamorò quando l’attrice era ancora minorenne. Uno scandalo per l’epoca, dovuto alla giovanissima età di lei e al fatto che Paoli fosse sposato. E da quell’unione nacque Amanda, attrice anche lei, che porta il cognome della madre. Tentò anche di togliersi la vita, per problemi personali, nel luglio del 1963 sparandosi con un colpo di pistola al cuore. Ma l’ogiva del proiettile si conficcò nel torace senza toccare il miocardio. E ancora oggi sta li’, convive con lui. Negli anni 70, per Paoli c’è un periodo musicale “impegnato” con lavori “d’autore” come “I semafori rossi non sono Dio”, basato su pezzi del cantautore catalano Joan Manuel Serrat, “Ciao, salutime un po’ Zena” in genovese, “Il mio mestiere”, e “Ha tutte le carte in regola” dedicato a Piero Ciampi. Nel 1985 Gino Paoli e Ornella Vanoni portano in giro per l’Italia un tour trionfale, da cui verrà realizzato il doppio album live “Insieme”, che ottiene un grande successo. Appartengono a quel periodo successi come “Ti lascio una canzone”, “Cosa farò da grande” (1986) e “Questione di sopravvivenza” (1988). Il 1991 è l’anno del suo grande successo “Matto come un gatto”, album il cui brano trainante è “Quattro amici” che vincerà il Festivalbar. Il 2002 è l’anno del ritorno a Sanremo con “Un altro amore” con cui vince il premio della critica e nel 2004, ancora Ornella Vanoni nella sua vita con il disco di inediti “Ti ricordi? No, non mi ricordo”, e un nuovo tour insieme. Paoli partecipa nel 2009 alla stesura della canzone “Domani” scritta per solidarietà ai cittadini abruzzesi colpiti dal sisma. Nel 2019 esce il sorprendente doppio album “Appunti di un lungo viaggio”.
Molti sono i brani scritti per altri interpreti fra i quali, oltre a Mina, ci sono anche Marcella, Patty Pravo, Giorgia, Zucchero. Nella vita di Paoli anche una parentesi politica con l’elezione nel 1987 nel Partito Comunista Italiano poi divenuto Pds. Nel 2013 è stato eletto presidente della Siae. L’artista ha cinque figli, nati da relazioni diverse: Giovanni e Amanda, nati rispettivamente dalla prima moglie Anna Fabbri e da Stefania Sandrelli, a altri tre avuti dall’ultima moglie Paola Penzo. (AGI)
MLD