AGI – UniCredit ha raggiunto un accordo per avviare i colloqui in esclusiva con il Mef per verificare la fattibilità di “una potenziale operazione” su Mps. Il processo per la cessione della quota di controllo in mano al Tesoro è in corso da mesi e ora Unicredit rompe gli indugi e annuncia che scenderà in campo precisando che l’eventuale operazione avverrà “attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio”. E che la decisione potrebbe arrivare a settembre.
Tra i presupposti concordati a livello patrimoniale ed economico “la neutralità” sul capitale del Gruppo Unicredit, “un accrescimento significativo” dell’utile per azione dopo aver considerato le possibili sinergie nette dell’operazione, l’esclusione di contenziosi straordinari, l’esclusione dei crediti deteriorati e l’adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito che siano identificati anche a seguito della due diligence attraverso modalità da definire, e un accordo sulla gestione del personale.
Una eventuale aggregazione con Mps, sottolinea Unicredit, permetterebbe “di accelerare i piani di crescita organica e agevolare il raggiungimento di ritorni sostenibili superiori al costo del capitale”. Mps, spiega ancora il gruppo, “potrebbe contribuire, subordinatamente alla definizione del perimetro dell’operazione, circa 3,9 milioni di clienti, 80 miliardi di crediti alla clientela, 87 miliardi di depositi della clientela, 62 miliardi di masse in gestione e 42 miliardi di masse in amministrazione”.
Inoltre l’operazione “permetterebbe al Gruppo di rafforzare il posizionamento competitivo in Italia e in particolare nel Centro-Nord, dove si trova il 77% degli sportelli di Mps, contribuendo fra l’altro a una crescita della quota di mercato in Toscana di 17 punti percentuali, in Lombardia e in Emilia Romagna di 4 punti percentuali e in Veneto di 8 punti percentuali”. E porterebbe “un incremento rilevante della profittabilita’ prospettica, preservando al contempo la posizione di capitale e migliorando la qualita’ dell’attivo e il profilo di rischio del Gruppo su base pro forma”.
L’ad di Unicredit, Andrea Orcel, ha però chiarito che il gruppo deciderà se procedere o meno con l’operazione solo dopo un’attenta due diligence. “Durante il periodo di due diligence eseguiremo analisi dettagliate e verificheremo se saremo in grado di definire una transazione che possa soddisfare i parametri concordati. Allora, e solo allora avremo gli elementi per decidere se procedere”, ha spiegato Orcel sottolineando che le parti contano di arrivare a una conclusione sulla fattibilità o meno dell’operazione realisticamente “nel corso di settembre”. “E’ presto per dire ora se il Governo sarà azionista”, ha osservato il top manager evidenziando che questo dipenderà “da quale sarà la struttura dell’operazione”.
Per il numero uno dell’istituto di piazza Gae Aulenti, “l’M&A potrebbe giocare come potenziale acceleratore in grado di migliorare” i risultati strategici del gruppo, “sempre nel pieno rispetto dell’interesse dei nostri azionisti”.
“L’accordo con il governo italiano su alcuni requisiti, ovvero la neutralità in termini di capitale, un accrescimento significativo dell’utile per azione, la protezione dai contenziosi legali e l’esclusione dei crediti deteriorati da qualsiasi transazione, relativamente alla potenziale acquisizione di alcun attività di Banca Monte dei Paschi di Siena – ha concluso Orcel – ha costituito per noi la base per entrare in un periodo esclusivo di due diligence e negoziazione”. (AGI)
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