Ricordare l’artista Mario Minari, strapparlo a una damnatio memoriae che ne ha cancellato persino il nome dagli orizzonti della critica. Questo, tra gli altri, l’obiettivo della mostra, inaugurata a Traversetolo (Parma), ‘Mario Minari (1894-1962) da Traversetolo a Roma e ritorno’ ospitata all’interno del Museo Renato Brozzi.
L’esposizione affronta per la prima volta lo studio sistematico di Mario Minari (Vignale di Traversetolo, 1894 – Vairo di Palanzano, 1962), artista di indubbio valore ma ancora troppo poco conosciuto. Grazie a molti collezionisti privati, sono state scelte 170 opere dell’artista, tra oggetti decorativi, piatti, calchi, utensili liturgici e sbalzi a soggetto sacro, oltre a studi e disegni preparatori. Si tratta di una esposizione inedita, promossa dal Comune di Traversetolo e ideata e organizzata da Anna Mavilla, curatrice onoraria del museo. Minari è a tutt’oggi un artista rimosso e dimenticato. Apparteneva a quella Scuola parmense di sbalzo e cesello la cui origine va ricondotta all’ambiente traversetolese e particolarmente alla Fonderia di Giuseppe Baldi. Mai è stata prodotta una monografia specifica su di lui. Ci si prova ora a 62 anni dalla morte e a 130 dalla nascita.
All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco di Traversetolo, Simone Dall’Orto; il vicesindaco con delega alla Cultura, Elisabetta Manconi; la dirigente del settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, Roberta Cristofori; lo storico Giancarlo Gonizzi che ha scritto anche una prefazione al catalogo della mostra. L’introduzione è stata affidata a Elena Salzano, ceo di InCoerenze, affidataria del progetto Accessibilità Museo Renato Brozzi di Traversetolo. Le conclusioni sono state di Anna Mavilla, curatrice onoraria del museo Renato Brozzi e curatrice della mostra e del catalogo.
“Oltre che per dare finalmente il giusto riconoscimento a un artista di grande livello, nostro concittadino, come Mario Minari – dice Dall’Orto – la mostra sarà anche un’occasione per visitare Traversetolo e il museo Renato Brozzi, che è una eccellenza non solo del nostro territorio, ma italiana”. “A chi entrerà nelle sale del Museo dedicato a Renato Brozzi – spiega Mavilla – sembrerà del tutto ovvio e naturale che a un artista come Mario Minari sia stata dedicata una mostra. Non si conoscono suoi lavori nei musei, con l’eccezione di tre Piatti di proprietà del Museo Brozzi, entrati nella collezione permanente nel 2022 a seguito della generosa donazione di Elvira Romanelli Bricoli. Ugualmente molto rare, ancora vivente l’artista, sono state le opere esposte in pubbliche mostre”.
“La mostra di Minari oltre a ricostruire l’opera di un artista dimenticato e quasi sconosciuto, può essere letta come un lavoro che tende a contestualizzare e indagare quella Scuola parmense di sbalzo e cesello, da ricondurre all’ambiente traversetolese e alla Fonderia Baldi, mediante una attività attenta di analisi e studio che si avvicina a quello di un Centro Studi dedicato a far emergere il tema della scultura animalista italiana”, conclude Cristofori.
L’esposizione rimarrà aperta fino a domenica 30 marzo 2025. (AGI)
LIL