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Morire per una foto, la tragedia di un'escursionista australiana

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AGI – Morire per una foto: è quello che è accaduto in Australia a un’escursionista di 38 anni, precipitata da una roccia sporgente nel parco nazionale Grampians, vicino a Melbourne. Rosy Loomba, che era accompagnata dal marito e dal figlio, ha ignorato i cartelli di divieto e ha scavalcato la recinzione per arrampicarsi sul punto più estremo del Boroka Lookout, un rinomato belvedere che offre uno stupendo panoramica sulle montagne circostanti, sul paese di Halls Gap e sul lago Bellfield. 

Un volo di 80 metri

Prima di riuscire a scattare la sua foto ricordo, però, la donna è scivolata proprio su una barriera di sicurezza ed è precipitata per 80 metri. I presenti l’hanno sentita urlare ma non hanno potuto fare nulla se non avvertire la polizia che ha recuperato il corpo dopo sei ore di ricerche. Nonostante la recinzione e il divieto di raggiungere la roccia sporgente del belvedere, in rete ci sono molte foto di turisti immortalati al Boroka lookout, alcuni addirittura con le gambe che sporgono a penzoloni dalla rupe.

L’inutile avvertimento

Una guida locale, Graham Wood, che faceva accompagnava Rosy Loomba e la sua famiglia ​ha raccontato di averli messi in guardia appena un’ora prima della tragedia dicendogli che “in molti si arrampicano e prima succederà una tragedia”.
“Nessuna foto vale una vita”, ha commentato il ministro dell’Interno del Victoria, Lisa Neville, “non possiamo mettere recinzioni in tutto lo Stato, la gente deve essere responsabile”. 

Vedi: Morire per una foto, la tragedia di un'escursionista australiana
Fonte: estero agi


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