Calogero Spallino, dirigente della Confedercontribuenti, lancia un appello alle massime autorità calcistiche: “Si chieda al Qatar di rispettare le regole contro il razzismo e altri comportamenti discriminatori”
di redazione
Per la violazione dei diritti umani in Qatar monta la polemica di tanti atleti che si rifiutano di partecipare al Mondiale di calcio. La gara inaugurale si giocherà lunedì 21 novembre 2022. La finale, prevista a Lusail, verrà invece disputata il 18 dicembre 2022.
Alle prese con le polemiche per i diritti umani, il comitato organizzatore dei Mondiali Qatar 2022, attraverso il suo direttore esecutivo Nasser al Khater, risponde al calciatore australiano che il mese scorso fece coming out aggiungendo che avrebbe «paura ad andare a giocare» il primo Mondiale in un paese arabo, dove l’omosessualità è potenzialmente punibile con la morte: “Josh Cavallo sarebbe il benvenuto in Qatar, nessuno è insicuro da noi. Ma vanno evitate pubbliche manifestazioni d’affetto, che sono disapprovate. Gay sono i benvenuti ma niente baci in pubblico, è l’unica indicazione da rispettare, per il resto tutti possono vivere la propria vita”.
Sulla vicenda interviene Calogero Spallino, promotore della Confedercontribuenti, lanciando un appello alla Fifa e alla Uefa : “Si chieda al Qatar di rispettare le regole contro il razzismo e altri comportamenti discriminatori ai sensi degli art. 56 del regolamento di disciplina della Fifa – Chiunque rivolga degli insulti nei confronti di altre persone in qualsiasi modo, soprattutto ricorrendo a gesti o a un linguaggio offensivi, ovvero che violi i principi del fair play, ovvero che assuma un comportamento giudicato comunque antisportivo, è passibile delle sanzioni di cui agli Articolo 10 e successivi. Ed in particolare ai sensi del successivo art. Articolo 58, codice disciplinare Fifa sulla discriminazione: Chiunque offenda la dignità di una persona o di un gruppo di persone attraverso parole o azioni di disprezzo, discriminatorie o denigratorie nei confronti della razza, del colore, della lingua, della religione e delle origini viene sospeso per almeno cinque incontri.
Lo stesso Spallino sottolinea come anche l’Uefa nel suo Disciplinary Regulations, all’articolo 14, prende posizione sulle condotte discriminatorie – Qualsiasi persona ai sensi dell’articolo 3 che offende la dignità umana di una persona o un gruppo di persone per qualsiasi motivo, inclusi colore della pelle, razza, religione, origine etnica, genere o orientamento sessuale, incorre in una sospensione della durata di almeno dieci partite o un periodo di tempo specificato, o qualsiasi altra sanzione adeguata. Se uno o più membri di un’associazione o sostenitori del club si impegnano nel comportamento descritto nel paragrafo 1, l’associazione membro o il club responsabile è punito con un minimo di chiusura parziale dello stadio.
La Confedercontribuenti ritiene quindi che la FIFA e l’UEFA dovrebbero prendere provvedimenti circa le frasi infelici sopracitate.
È inammissibile che una competizione sportiva di massima caratura e copertura mediatica, quale quella dei mondiali, si possa prestare il fianco a simili direttive da parte di un paese che evidentemente non risulta libero dai pregiudizi.
Che fine ha fatto il precedente messaggio per EURO 2020 che invitava letteralmente tutti a firmare nella lotta a ogni forma di discriminazione: “Sign for an Equal Game”?
L’Uefa lanci un messaggio importante che vada a combattere ogni forma di discriminazione e lo faccia il prima possibile.
Il Qatar, in quanto Stato sovrano, ha l’autorità di far rispettare le regole che meglio crede ma in una competizione che coinvolge tutte le squadre nazionali e, conseguentemente, tutti i popoli del mondo, tali messaggi non possono essere consentiti né tollerati.
“Chiediamo altresì che nella scelta delle prossime competizioni mondiali – conclude Calogero Spallino – venga tenuto quantomeno conto del rispetto dei diritti fondamentali della persona”.
(Foto GettyImages)