Monta un caso a Taranto per la presenza a uno degli spettacoli natalizi delle manifestazioni del Comune – nel caso specifico quelle al Parco della Musica, La Magia del Natale – della moglie del presunto boss Michele Cicala. Krystel D’Ursi, 38enne, moglie di Cicala, è imputata per riciclaggio aggravato nel processo denominato Petrolmafia. A Cicala, invece, il pm Milto De Nozza della Dda di Lecce contesta di aver guidato un gruppo che, grazie agli incassi derivanti delle truffe sul gasolio agricolo e al riciclaggio del denaro, avrebbe creato un impero commerciale. Nell’evento natalizio, D’Ursi è stata chiamata sul palco e coinvolta per la distribuzione gratuita al pubblico delle “pettole”, tipico fritto delle feste natalizie, ma sullo stesso palco poco prima erano saliti anche esponenti dell’amministrazione comunale di Taranto. “In relazione ai servizi affidati nell’ambito dell’iniziativa ‘Magia del Natale’ organizzata dall’Ente civico nell’area dei “Bac-Parco della Musica”, l’amministrazione comunale – si legge in una nota – intende precisare di non aver avuto alcun ruolo nelle attività di gestione e animazione dell’evento in quanto, a seguito di regolare affidamento, se ne è occupata direttamente la società “Ki.Fra”. La quale si è rivolta in via del tutto autonoma ad altri operatori per lo svolgimento dei servizi in oggetto senza ritenere di dover coinvolgere il Comune nella fase di selezione e scelta dei collaboratori. Quanto accaduto – dice l’amministrazione comunale di Taranto – ha creato evidenti disagi all’onorabilità dell’Ente civico e dei suoi amministratori che, nello scusarsi per l’accaduto e nel ribadire la correttezza del proprio operato, prendono con decisione le distanze dal discutibile episodio riservandosi di valutare l’adozione di opportuni provvedimenti a tutela della propria immagine”. Una posizione, questa, contestata dal Pd di Taranto, per il quale “l’ultima moda della amministrazione che governa la città di Taranto è lo scaricabarile. Quando le cose vanno bene si allestiscono conferenze stampa, cene a favore di telecamera, quando invece qualcosa scricchiola – sostiene il Pd – si corre veloci a prendere le distanze senza la minima voglia di assumersi una qualche responsabilità. Inaccettabile leggere prese di distanze postume. Come se un assessore e un vicesindaco – conclude il Pd – si trovassero su un palco senza controllare gli atti, senza una preventiva ricognizione, un briciolo di documentazione e organizzazione. Come se fossero là per caso”. (AGI)
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