Il Comune di Taranto ha chiesto al ministero delle Infrastrutture e Trasporti la sospensione del pagamento dei canoni di concessione demaniale marittima per il settore della mitilicoltura relativamente alle annualità 2024 e 2025. Questo in attesa della conclusione del procedimento di riconoscimento dello stato di calamità naturale.
Novemila tonnellate di cozze andate distrutte, valore economico di 8 milioni di euro azzerato, perdita del 90% del seme, il che pregiudica la produzione ittica del prossimo anno: sono i dati che riassumono l’estate nera vissuta dalle cozze e dalla mitilicoltura a Taranto.
La mitilicoltura è un settore fondamentale dell’economia del mare a Taranto e la richiesta di sospensione dei canoni è finalizzata a “trovare – spiega il Comune – un’ulteriore soluzione in grado di limitare gli ultimi, enormi danni arrecati ai produttori di mitili da un’estate rivelatasi proibitiva a livello di temperature”.
Il prolungato caldo torrido della scorsa estate ha sensibilmente innalzato le temperature del mare provocando la moria della produzione, sia le cozze pronte ad andare sul mercato, che il novellame che sarebbe giunto a maturazione nei mesi successivi.
“Del resto – sostiene il Comune di Taranto – proprio le eccezionali condizioni climatiche sopportate già a partire dalla scorsa primavera sono state ritenute la causa delle ingenti morie di diverse specie e fra queste proprio il ‘seme’ dei mitili che, avendo una bassa tolleranza termica, ha visto pregiudicata in maniera irreversibile la sua vitalità. Quanto verificatosi nel Mar Piccolo, dove per lunghi periodi si sono registrati 30 gradi, ha rappresentato la “‘base’ per la richiesta dello stato di calamità naturale da parte del Comune. Che da circa un mese – si sostiene – ha anche a disposizione una relazione tecnica del Cnr-Irsa con cui viene evidenziato come la permanenza delle alte temperature per più giorni consecutivi abbia compromesso la produzione delle cozze”. (AGI)