Milva, la Rossa. Milva la Pantera di Goro.
Se molte possono vantare il titolo di “dive”, poche possono affermare di essere rimaste tali per sempre. Con la sua inconfondibile chioma rossa, la sua voce calda e particolarissima e una personalità unica, Milva è riuscita ad entrare nel cuore degli italiani e a farsi conoscere per chi era veramente: un’artista indimenticabile, una diva in eterno.
A tre anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 23 aprile 2021 dopo una lunga malattia all’età di 81 anni, Milva, diva per sempre, regia di Angelo Longoni, prodotto da Elide Melli per Cosmo P. Eu in collaborazione con Rai Documentari, in onda venerdì 3 maggio in prima serata su Rai3, ricostruisce la vita e la carriera di Milva, per comprendere l’evoluzione culturale dell’Italia dagli anni Cinquanta fino al nuovo millennio.
Emerge un ritratto emotivo, introspettivo, a tratti leggero e spensierato, a tratti drammatico, costruito attraverso le testimonianze di sua figlia Martina Corgnati, del suo ultimo compagno di vita Massimo Gallerani e il prezioso materiale di repertorio relativo alle sue esibizioni dal vivo e ai contributi di chi l’ha conosciuta e amata come artista. Tra questi, Theodorakis, Vangelis, Enzo Jannacci, Franco Battiato, Astor Piazzolla e Alda Merini, Iva Zanicchi e Gigliola Cinquetti, alcuni giornalisti e scrittori, ma anche lei stessa, con gli stralci delle innumerevoli interviste rilasciate durante la sua lunga carriera.
Con Milva, diva per sempre, Rai Documentari restituisce lo spessore artistico e il profilo più intimo di una cantante straordinaria che ha segnato per sempre la storia della musica italiana, per ricordare e far conoscere l’inestimabile patrimonio culturale e umano che ci ha lasciato.
Quella di Milva è la storia di una ragazza di provincia che dopo essere arrivata al grande successo popolare si è trasformata in una raffinata interprete di memorabili prove nel repertorio più importante di Brecht e Weiss, acclamata nei teatri più prestigiosi, a suo agio nel Tango di Astor Piazzolla come nel musical di Garinei e Giovannini.
Fonte: ANSA