La non convalida dei trattenimenti di migranti in Albania “è un colpo durissimo al piano del governo. L’operazione si rivela, ancora una volta, fallimentare e insostenibile dal punto di vista giuridico”. Lo afferma il Tavolo asilo e immigrazione (Tai), che in questi giorni ha seguito sul posto le procedure di riconoscimento dello status dei migranti. “Dopo tre tentativi – spiega il Tai – il modello Albania mostra tutte le sue contraddizioni e la sua incompatibilità con i diritti fondamentali. L’idea di esternalizzare le procedure d’asilo e di trattenere i migranti fuori dai confini italiani si infrange: la magistratura ha riconosciuto l’illegittimità del trattenimento e la violazione delle garanzie fondamentali”.
“Ora – aggiunge il Tai – il compito della società civile e della politica è chiaro: trasformare questa crisi in un punto di non ritorno, impedire nuovi trasferimenti e bloccare definitivamente un meccanismo che cancella i diritti delle persone in cerca di protezione. Chi è stato portato in Albania ha subito una compressione radicale delle proprie tutele. A partire dal diritto d’asilo, snaturato da procedure accelerate e svolte in condizioni di isolamento, e dal diritto alla difesa, ridotto a un’ombra priva di efficacia: le persone non hanno avuto il tempo né i mezzi per nominare un avvocato di fiducia e preparare la propria richiesta di protezione in modo adeguato”. “Questa vicenda – cpnclude il Tai – dimostra che il diritto non può essere piegato a logiche politiche e propagandistiche. Il governo prenda atto del fallimento e abbandoni definitivamente questo esperimento illegittimo, che non solo è insostenibile, ma anche profondamente lesivo dei principi fondamentali”. (AGI)