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Migranti: Sea-Watch 5 e Guardia Costiera, 2 versioni

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Il caso del cadavere di un migrante lasciato a bordo della nave ong Sea-Watch 5 da parte della Guardia Costiera, da cui sono scaturite l’apertura di un fascicolo da parte della procura di Ravenna (dove la nave giungerà tra qualche giorno) e un’interrogazione parlamentare, vede contrapporsi due versioni: la prima è un comunicato della stessa Guardia costiera, in cui non si fa cenno al cadavere e si sottolinea che, sebbene “anche” lo Stato di bandiera della nave abbia dato indicazioni di raggiungere la Tunisia, la Sea-Watch 5 si è diretta verso Lampedusa. L’ong, dal canto suo, ha fornito una timeline degli avvenimenti in cui si spiega che Tunisi aveva risposto che il soccorso “non è di loro competenza” e che per Roma la persona deceduta va “consegnata al Pos di Ravenna”. Ecco di seguito le due versioni:
Comunicato della Guardia Costiera
Sul soccorso effettuato ieri dalla nave Sea Watch 5, la Guardia costiera precisa che “l’evento è avvenuto in area di responsabilità Sar libica, a circa 30 miglia dalle coste libiche, a 25 miglia dalle coste tunisine e a 120 miglia di distanza dalle coste italiane più prossime (Lampedusa)”. Giunta al Centro operativo nazionale della Guardia costiera italiana la segnalazione dell’emergenza a bordo, in cui si rappresentava la necessità e l’urgenza di sbarcare 4 migranti tra cui un minore, “si è provveduto ad informare immediatamente tutti i centri marittimi di soccorso più vicini e pertanto più idonei – in base alla distanza dalla costa e al relativo tempo di intervento – al trasporto urgente delle persone in pericolo di vita”. Anche il Centro di coordinamento dei soccorsi in mare dello Stato di bandiera (Bremen) dell’unità Sea Watch 5, la Germania, ha dato “indicazioni alla nave di dirigere verso la Tunisia, Stato costiero più vicino e quindi in grado di intervenire più rapidamente. La nave si è tuttavia diretta verso le coste italiane”. Pertanto da Lampedusa, la motovedetta Sar 319 della Guardia costiera “ha intrapreso la navigazione e, raggiunta l’unità in area di responsabilità Sar maltese, a 10 miglia al di fuori dell’area Sar italiana, ha effettuato l’evacuazione medica dei migranti bisognosi di cure mediche urgenti. I migranti sono così stati trasportati in sicurezza sull’isola di Lampedusa”. Timeline fornita da Sea-Watch 5
Ore 11:51: mail che informa le autorità di un potenziale caso di nave in pericolo avvistato via radar, una barca di legno.
Ore 12:14: mail che conferma il caso di distress dopo il first assessment del rescue team
Ore 13:47: mail che informa le autorità dell’avvenuto salvataggio, 50 persone sono a bordo di Sea-Watch 5. Vengono informate le autorità di persone in emergenza medica.
Ore 14:00 Prima chiamata al centro internazionale radio medico per chiedere l’evacuazione di 4 persone
Ore 14:26: mail con i dettagli della condizione medica dei 4 pazienti. Sono rimasti sul fondo della barca in stato di incoscienza dopo aver respirato per oltre 10 ore le esalazioni del carburante. Uno di loro è stato rianimato ma è ancora incosciente.
Seguono due ore di contatti con l’Mrcc italiano, tedesco, maltese e tunisino, mentre la Sea-Watch 5 si dirige verso nord al massimo della velocità possibile. L’Italia dice che un elicottero impiegherebbe troppo tempo e Lampedusa non è attrezzata. Malta non risponde. Dalla Tunisia prima risponde una persone che non parla inglese e poi viene comunicato che non è di loro competenza e di coordinarsi con Roma. I 3 casi medici, che nel frattempo sono diventati 4, sono stati stabilizzati.
Ore 22.30: Nei pressi di Lampedusa la Guardia Costiera italiana effettua il trasbordo di 4 persone. Non viene preso a bordo il corpo della persona deceduta che dovrà essere “consegnata al Pos assegnato: Ravenna, a 1500 chilometri. Le persone che hanno rischiato di morire e hanno visto morire un loro compagno di viaggio saranno costrette a 4 giorni di navigazione. (AGI)

FAB