La Commissaria Ue Johansson cita il memorandum d’intesa con Saied e snocciola le cifre: «Dal 1° ottobre le partenze irregolari sono calate dell’80-90%»
«Dal primo ottobre le partenze irregolari dalla Tunisia sono calate dell’80-90%». È stata la Commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, a margine del Consiglio informale Interni che si è riunito oggi a Bruxelles, a chiarire il cambio di passo rispetto allo scorso anno. «È in corso» l’attuazione del memorandum d’intesa con Tunisi, ha aggiunto, ricordando l’accordo siglato lo scorso 16 luglio durante l’incontro tra il presidente tunisino Kais Saied, la numero uno della Commissione Ue Ursula von der Leyen e la premier italiana Giorgia Meloni, «è in corso».
Torna la Libia il primo Paese di partenza verso l’Italia
Un’inversione nei numeri degli arrivi si registra anche in Italia, uno dei primi Paesi di approdo dei migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Se fino all’autunno la Tunisia era rimasta sempre salda al timone della classifica degli Stati di partenza delle imbarcazioni – con 97.667 migranti (il 62% dei 157.652 totali, record dal 2016) arrivati sulle nostre coste da quelle tunisine nel 2023, contro i 51.986 dalla Libia – negli ultimi mesi la situazione è tornata più simile al passato: come evidenziano i dati del Viminale, al 25 gennaio, su 1.298 stranieri sbarcati, ben 994 (il 76,5%) sono partiti dalla Libia (erano stati 1.477 nello stesso periodo del 2023) e soltanto 304 dalla Tunisia, l’87% in meno. Lo scorso anno nei primi 25 giorni di gennaio erano stati infatti quasi otto volte in più: 2.362.
Rispetto a gennaio 2023 sbarchi calati di tre volte
La diminuzione degli arrivi è stata comunque evidente, se si considera che a oggi nel 2023 i migranti arrivati sulle coste italiane erano stati già 4.453, oltre tre volte quelli di quest’anno. Gli sbarchi sono diminuiti del 70,85%; nei primi 25 giorni dello scorso anno, rispetto al 2022, erano già cresciuti del 49,96%. La stessa von der Leyen aveva detto che il memorandum ha «funzionato benissimo». E Johansson ha voluto sottolineare la maggiore presenza delle organizzazioni Onu, come la Iom o l’Unhcr, che «ha visto un aumento del 600% delle registrazioni dei migranti in Tunisia. Molti ritornano volontariamente nei loro Paesi e le autorità tunisine intervengono contro i trafficanti».
Più fiducia tra gli investitori, ma il prestito Fmi resta in bilico
Dopo le tensioni degli scorsi mesi, con la decisione di Saied di restituire 60 milioni degli oltre cento pattuiti con il memorandum per l’impegno di fermare le partenze, i rapporti tra Tunisia e Ue sembrano essere tornati distesi. E, anche se il prestito da 1,9 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale resta in bilico per il “no” del presidente tunisino alle riforme chieste in cambio del “salvataggio”, gli obbligazionisti sono fiduciosi che la Tunisia possa far fronte ai propri obblighi di rimborso del debito nel corso del prossimo anno. Un anno elettorale: in autunno si voterà per le presidenziali. E si saprà se Saied resterà in sella.
di Manuela Perrone – fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/migranti-netto-calo-arrivi-tunisia-libia-torna-primo-paese-partenza-