“Siamo stati vittime di una strage storica che ha causato la morte e la dispersione in mare di decine e decine di persone. Chiediamo aiuto ai governi italiani e tedesco e a tutta l’Europa per avere riconosciuto definitivamente il diritto al ricongiungimento delle nostre famiglie”. A una settimana dall’anniversario arriva l’appello di un gruppo di superstiti del naufragio di Cutro in cui morirono 94 persone, tra cui 35 minori. Si tratta di 14 ragazzi afghani sopravvissuti alla strage che attualmente risiedono in un centro di accoglienza di Amburgo.
In un video diffuso via social, i 14 giovani spiegano di essere fuggiti dall’Afghanistan per salvarsi dal regime talebano che dal 15 agosto 2021 “ha provocato disastrosi effetti e problemi specialmente nel campo della sicurezza, dell’economia, della cultura, dell’educazione e dello studio a causa dei quali sono spariti i diritti dei bambini, delle donne, sono state chiuse le scuole e le università per le donne”. “Dopo un anno noi sopravvissuti stiamo ancora soffrendo fisicamente e psicologicamente”, aggiungono, “siamo senza un’adeguata sistemazione e viviamo in diversi centri per rifugiati. Molti stanno ancora aspettando di avere i documenti. Per questo, rispettosamente, chiediamo al governo italiano e al governo tedesco, all’Unione europea tutta, di avere riconosciuto definitivamente il diritto al ricongiungimento delle nostre famiglie”.
I superstiti tra l’altro non potranno tornare a Crotone e Cutro per l’anniversario della strage, non essendo in possesso di passaporto per raggiungere l’Italia nei giorni della commemorazione. Ciononostante, la Rete 26 Febbraio, che raggruppa oltre 400 associazioni che si occupano di terzo settore e immigrazione, costituita dopo il naufragio di Cutro, si è adoperata per far arrivare a Crotone una trentina tra sopravvissuti e familiari delle vittime in occasione dell’anniversario ed ha promosso una serie di iniziative che si terranno nei prossimi giorni. (AGI)
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