Meloni a Tunisi, intesa all’ultimo miglio. Fonti Ue: ci auguriamo accordo sul memorandum
Prevista una forte cooperazione energetica accelerando anche gli scambi culturali
Migranti, centinaia di sbarchi a Lampedusa
La speranza è «di finalizzare la discussione sul memorandum d’intesa». Lo spiegano fonti Ue in merito all’arrivo, questo pomeriggio a Tunisi, della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, della premier Giorgia Meloni e del primo ministro olandese Mark Rutte. I tre incontreranno a Cartagine il presidente tunisino Kais Saied puntando alla firma dell’accordo che ha, tra i punti cardine, la gestione della migrazione. Gestione che, spiegano le stesse fonti, va attuata «nel rispetto del diritto e della legge internazionale». Sono circa 10mila i migranti sbarcati sulle coste italiane nella prima metà del mese di luglio, più di 75mila dall’inizio dell’anno.
Le parti trattano a tutto campo
L’accordo, nonostante il presidente Kais Saied sia avvezzo ai colpi di scena, sembra davvero vicino. Nel palazzo di Cartagine la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il premier olandese Mark Rutte, assieme a Saied, dovrebbero firmare un testo che non verte solo sui migranti, ma avvia una forte cooperazione energetica e accelera gli scambi culturali tra tunisini ed europei.
Tunisi spinge sui ricollocamenti
Gli sherpa stanno limando il documento e, presumibilmente, Saied fino all’ultimo proverà ad alzare la posta. Al momento lo schema del memorandum prevede da parte di Bruxelles lo stanziamento, sin da subito, di 150 milioni di euro a sostegno del bilancio tunisino e di 105 milioni come supporto al controllo delle frontiere. Su quest’ultimo punto, Saied vorrebbe di più. Negli ultimi giorni, non a caso, le autorità locali hanno aumentato le comunicazioni sui ricollocamenti effettuati.
Lotta dura ai trafficanti
Riunendo il Consiglio di sicurezza nazionale a poche ore dall’arrivo del Team Europe, Saied ha annunciato una lotta a tutto campo contro i trafficanti. «Molti sono i casi di migrazione e questa non è la sua solita forma, ma una vera e propria deportazione. Il tutto è gestito da reti criminali che praticano la tratta di esseri umani e il traffico di organi. Queste reti hanno uno scopo lucrativo, ma mirano anche all’esistenza stessa dei Paesi», ha sottolineato. Parole che, di fatto, fanno da sponda all’obiettivo prioritario che l’Ue vede nell’intesa: fermare già sulle coste africane i flussi che giungono dalla regione del Sahel. «Il blocco navale lo stiamo facendo con l’accordo con la Tunisia», spiegava non a caso venerdì il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che la settimana prossima riceverà a Roma proprio il suo omologo tunisino. Il grande rebus della strategia resta il rispetto dei diritti umani dei migranti.
Il braccio di ferro con l’Fmi
Dopo settimane di stallo von der Leyen, Meloni e Rutte tornano a Tunisi con il solo obiettivo di chiudere un memorandum che punta anche sulla fornitura di energia africana e che, nella strategia di Bruxelles, dovrebbe dare stabilità economica e spinta alle riforme in un Paese che vede un solo uomo al comando, Saied. Il presidente tunisino, tuttavia, dovrà attendere per avere la tranche di finanziamenti da 900 milioni di euro dall’Ue. La Commissione non si muoverà fino a che non si sbloccherà lo stallo tra Fmi e Saied, con il primo che chiede riforme adeguate prima di versare il prestito da 1,9 miliardi e il secondo che ha issato una trincea contro i «diktat» del Fondo monetario.
A Lampedusa hotspot di nuovo pieno
Intanto nella sola giornata di sabato, in più di dieci sbarchi, sono arrivati a Lampedusa oltre 700 migranti: su alcuni dei barchini, tre dei quali senza motore, alcuni sarebbero caduti in acqua durante la traversata, a detta di chi è sbarcato. E l’hotspot, nonostante i trasferimenti, è di nuovo pieno, con oltre 2mila ospiti. Un bollettino di numeri che viene aggiornato continuamente e che rischia però di soffermarsi solo su un mero dato statistico. Per questo, avverte il direttore della Caritas don Marco Pagniello, andrebbe sempre ricordato che «nel leggere i dati non dobbiamo mai dimenticare che non si tratta di numeri ma di esseri umani».
Grido d’allarme dalle Ong tunisine
Intanto un gruppo di Ong tunisine ha lanciato un grido d’allarme per la situazione «catastrofica» dei migranti dell’Africa subsahariana espulsi da Sfax, città principale punto di partenza verso l’Italia, chiedendo per loro «alloggi di emergenza» nei centri di accoglienza che assicurino assistenza sociale, umanitaria e sanitaria. A bordo della Humanity 1, attraccata ieri nel porto di Ancona, varie le persone vulnerabili: una donna incinta, bambini, ragazzi, anziani. «Avremmo voluto far sbarcare questa gente prima, abbiamo dovuto fare migliaia di chilometri per arrivare qui», ha detto un portavoce della Ong sulla situazione affrontata dai circa 200 naufraghi soccorsi, «nei pressi di Lampedusa» e dall’equipaggio. Durante il viaggio verso Ancona «alcune persone sono state evacuate per motivi sanitari, come una donna incinta che stava per partorire», tutti però «sono in una situazione di vulnerabilità».
Unicef: 289 i bimbi morti nel Mediterraneo
E sono drammatici i dati diffusi da Unicef, secondo cui sono 289, dall’inizio dell’anno, i bambini morti o scomparsi nelle acque del Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Europa a bordo di barchini stracarichi.
Fonte: ilsole24ore.it