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Medici il 5 dicembre in sciopero

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Sciopero generale dei medici e dei dirigenti Ssn il 5 dicembre. “Contro i tagli alle pensioni future”

Lo sciopero di 24 ore è stato proclamato dalle sigle sindacali Anaao e Cimo

Roma, 7 novembre 2023 – Uno sciopero generale di 24 ore di medici e dirigenti del Ssn è stato proclamato dai sindacati Anaao e Cimo per il prossimo 5 dicembre. La protesta è legata alle misure introdotte in finanziaria che impattano sulle pensioni della categoria.

In un comunicato del 30 ottobre Anaao Assomed e Cimo-Fesmed avevano attaccato con forza la riforma del governo Meloni “che punta a fare cassa sulle pensioni dei medici e dei dirigenti sanitari, che rientrano a pieno titolo in quel 13% di popolazione che contribuisce con le loro tasse al 60% del gettito Irpef”. Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, e Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed denunciavano “un inaccettabile attacco ai diritti acquisiti, si riducono le aliquote di rendimento dei contributi versati prima del 1996 colpendo quasi il 50% del personale attualmente in servizio con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita media. Un vergognoso cambio delle regole in corso che mina il rapporto di fiducia tra lo Stato e i cittadini”. Quini la richiesta al governo del ritiro del provvedimento che “taglia le pensioni future dei medici e dei dirigenti sanitari nonché più risorse per il Ssn e i suoi professionisti”.

“Una stangata che colpisce circa 50.000 dipendenti. E non ci tranquillizzano le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni da esponenti del Governo in merito a possibili modifiche parziali del provvedimento, e non alla sua completa eliminazione” si legge oggi in una nota dei sindacati, che affermano anche di non avere più notizie dei lavori della Commissione del Ministro Nordio sulla depenalizzazione dell’atto medico. Di Silverio e Quici continuano: “Dalla manovra ci saremmo aspettati un intervento sull’indennità di specificità medica e sanitaria per garantire un aumento degli stipendi di tutti i dirigenti e frenare dunque la fuga dei professionisti verso l’estero e il privato, e invece si è deciso di aumentare le retribuzioni delle prestazioni aggiuntive per abbattere le liste d’attesa, misura che è destinata a non produrre risultati concreti. Ci saremmo aspettati uno sblocco, anche parziale, del tetto alla spesa per il personale sanitario e un piano straordinario di assunzioni, e invece nessuno ne fa nemmeno cenno. Ci saremmo aspettati risorse adeguate per il rinnovo dei contratti, e invece scopriamo che i 2,3 miliardi previsti sono messi a disposizione per l’intero comparto sanità, quindi briciole per tutti”.

Invece secondo Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri) “le parole della ministra del Lavoro Calderone fanno ben sperare, non propone una soluzione ma una riflessione” sulla possibile correzione alla norma che prevede un taglio delle pensioni dei medici. “Credo che alla fine si troverà una soluzione”.

Fonte: https://www.quotidiano.net/