“Tenga duro presidente, grazie per quello che fa”. Sergio Mattarella conclude la due giorni di celebrazioni della festa della Repubblica con un bagno di folla nei Giardini del Quirinale, mentre le polemiche che hanno infiammato questo 2 Giugno sembrano volutamente lontane anni luce dal Cortile d’onore del Palazzo che risuona delle note di ‘Volare’ e dell’applauso dei 1800 giovani, anziani, disabili, migranti, fragili, invitati dal Presidente da alcuni anni e individuati dalle associazioni del Terzo settore per trascorrere un pomeriggio di festa.
Fuori dal palazzo infuria la polemica, ad accendere la miccia il leghista Claudio Borghi, che ha chiesto le dimissioni del Presidente per le sue parole di ieri sulla “sovranità” europea che verrà “consacrata” tra pochi giorni con le elezioni per il Parlamento europeo. Parole poi spiegate dal leader della Lega Matteo Salvini, attaccate dalle opposizioni, non commentate da FdI, disconosciute da FI.
Mattarella non commenta, ovviamente, sa fin troppo bene che gli ultimi giorni di campagna elettorale riservano sempre i picchi più aspri, osserva il tentativo di coinvolgerlo nello scontro politico, ma non si fa tirare per la giacca. E continua nel suo impegno di tutore della Costituzione. Dunque loda la attuale Carta, definendola “lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione”. Senza entrare nel dibattito sulle riforme, fa notare che l’impianto delle regole fondamentali della Repubblica ha ancora molto da dire. E prima ancora che scoppi la polemica, in un messaggio alle Forze armate, ribadisce che “i Padri della Patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta all’Europa, vicina ai popoli che ovunque nel mondo stessero combattendo per le proprie libertà”. Ma soprattutto, dopo aver salito la scalea dell’Altare della Patria ed aver assistito alla sfilata ai Fori imperiali, il Presidente accogli i più deboli, chi per problemi fisici, economici o sociali fatica ogni giorno. E allestisce per loro una festa al Quirinale, trattenendosi in loro compagnia quanto ieri con il gotha istizionale, economico e culturale del Paese nel tradizionale ricevimento.
Accompagnato dalla figlia Laura, stringe le mani a tutti coloro che lo cercano. “Benvenuti, auguri”, li accoglie. “Viva presidente, grazie presidente” lo salutano in molti, mentre qualcuno aggira gli uomini della sicurezza per ‘scroccare’ due volte una stretta di mano. “Forza e ci protegga dalle persone per favore, ci protegga”, invoca una signora. Poco distante i volontari della Croce rossa accompagnano alcuni disabili in carrozzella, Mattarella poggia la mano sulla spalla del più giovane. Una bimba in carrozzina, circa 7-8 anni abbraccia il presidente e gli dice da vicino: “Sono orgogliosa di essere italiana!”.
Molti i doni, le lettere, i disegni offerti al Presidente da adulti e bambini; ad uno di loro firma una lunga dedica con autografo. Un gruppo di anziani si fa avanti: “Noi l’adoriamo e siamo la memoria del Paese. Evviva il nostro presidente. Sarà stanchissimo dopo una giornata così”. E ancora: “Grazie per tutto quello che fa per noi. Grazie per essere il nostro presidente. Ci dia la forza, Viva la Repubblica, Viva l’Italia”. Tanti chiedono un selfie, il capo dello Stato cerca di accontentare tutti, “alla svelta”, dice per accontentare quanti più possibile. Poi le note invadono il Cortile d’onore grazie alla Banda Anbima delle Marche e al Coro giovanile Campano e Pugliese Feniarco, mentre la Banda Interforze esegue l’Inno nazionale ed europeo.
Quando il sole comincia a calare dietro le alte mura del Palazzo, un’anziana gli si avvicina e scandisce: “Lei deve campare ancora 100 anni”. Mattarella ride e risponde: “Sarà impossibile ma grazie, davvero”. Poi rientra nei suoi uffici, sapendo che manca ancora una settimana di camapagna elettorale e altre scintille brilleranno. (AGI)
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