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Matrimonio: teologa, con amore non importa orientamento sessuale

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“Quando una coppia sinceramente vuole fare un rituale per dire che ‘ti amerò per sempre e credo che l’amore di Dio ci sostenga’, io credo che come progetto sia una sacramento. Per questa ragione credo che il matrimonio sia possibile tra due persone che si amano qualunque sia la loro sessualità”. Lo ha detto Suor Teresa Forcades, a Ragusa, in occasione di un incontro organizzato da Agedo Ragusa e da Cristiani Lgbt+ Sicilia. La monaca benedettina, teologa, medico e attivista, ha spiegato: “Da teologa credo dovrebbe esserci anche il sacramento dell’amore omosessuale. Sant’Agostino sosteneva che il sacro nel matrimonio, è la visualizzazione in tempo e spazio di qualcosa che c’è in Dio. Cosa è santo nel matrimonio che si rende visibile? La complementarietà sessuale? No, in Dio non c’è femmina e maschio, non c’è una dinamica di complementarietà sessuale. Avere figli e essere aperti alla vita? Anche in questo caso no, il sacramento è in Dio al di là dello spazio e del tempo e Dio non ha figli in questo modo. Il linguaggio su Dio è insufficiente ma non è indifferente, diceva Tommaso D’Aquino. Io credo che sacra è la indivisibilità, la fedeltà”. La religiosa intervenendo su temi spesso divisivi, omosessualità, disforia di genere, matrimonio tra coppie omosessuali ha espresso il suo pensiero anche sulla ‘diversità’ sessuale. Da teologa con un dottorato sulla Trinità, Forcades ha detto: “L’unità è più profonda della diversità. Non c’è unità più profonda che la diversità. La Trinità ci parla di Dio ed è realtà che ha diversità. Il contrario di unità non è diversità ma divisione. Diversità non distrugge ma costituisce”. In questo modo, argomenta, “la nostra famiglia, società, comunità, gruppo, quanto più sono diversi tanto più sono interessanti e capaci di diventare unici ma l’unicità di un gruppo è direttamente dipendente dalla sua diversità”.
Sulla diversità sessuale una lunga riflessione tra scienza e fede. Perché dovrebbe essere una minaccia? “Non c’è un modo di essere umano”, ce ne sono tanti, “accade nel corpo, nel cuore, nella emotività di una persona; cristianamente non vedo alcun motivo per dire ‘no questo non va’. Ma vedo motivi per dire di sì. La diversità non è minaccia ma deve essere accettata e capita come una benedizione. Come teologa e credente credo che siamo fatti a immagine di Dio con il compito di scoprire questo amore di Dio. La mia fede mi porta a questo. Dio ha un modo per comunicare con ciascuno”. Sul desiderio, l’amore erotico, corporale, umano, suor Teresa ha detto “se tu sei una persona piccola o grande e senti di amare persone del tuo stesso genere in senso erotico; se senti un desiderio profondo quasi da avere la sensazione che la tua vita è nelle mani dell’altro, questo erotismo è modo di parlare dell’amore di Dio per noi, come nel Cantico dei cantici; il versetto più bello per me dice ‘Allontana i tuoi occhi da me perché mi turbano’. Io credo in un Dio capace di essere turbato dal mio sguardo di amore erotico, corporale e umano”. (AGI)
RG3/RED