“La ‘guerra ibrida’ non è un’idea nuova. L’espressione ha avuto fortuna in Occidente da quando, nell’estate 2014, l’allora Segretario Generale della Nato, Rasmussen, la usò per descrivere l’azione russa nell’Ucraina orientale. C’è però qualcosa di radicalmente nuovo rispetto al passato. E il nuovo è l’innovazione tecnologica degli ultimi decenni: essa, unitamente alle interdipendenze sviluppate tra gli Stati con la globalizzazione, ha creato i presupposti per rendere la guerra ibrida più efficace di quanto si immaginasse negli anni Cinquanta”. Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, intervenendo all’incontro dal titolo ‘Sicurezza cibernetica, minacce ibride, intelligenza artificiale’, nell’ambito degli Stati generali della diplomazia, in corso alla Farnesina.
Mantovano ha poi ricordato che “sulle capacità degli attacchi cyber di mettere a rischio la sicurezza nazionale mi ero intrattenuto lo scorso anno”, aggiungendo che “mi limito oggi a confermare la validità delle considerazioni svolte allora. Mi riferisco in particolare alla necessità di un salto culturale nella percezione del problema della cybersicurezza e alla opportunità di una più stretta collaborazione tra tutte le strutture, compreso il mondo diplomatico, e ACN”. (AGI)