Domani il ciclo di audizioni alla Camera sulla legge di bilancio si chiuderà con l’intervento del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Oggi intanto sono stati depositati 382 emendamenti al Dl Fiscale in Commissione Bilancio al Senato, il provvedimento viaggia parallelo alla manovra. La maggior parte dei testi proviene dalla maggioranza. La Lega ha presentato un emendamento che chiede la proroga anche per il 2025 della misura contenuta nella manovra 2024 che prevedeva solo per l’anno in corso che “la misura del canone di abbonamento alla televisione per uso privato, è rideterminata in 70 euro. L’emendamento aumenta di 430 milioni – cifra corrispondente al fondo stanziato anche lo scorso anno – l’autorizzazione di spesa prevista e rintraccia le coperture nella riduzione di 60 milioni dal Fondo per il recepimento della normativa europea, mentre il grosso viene reperito aumentando il taglio alla partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito Ue.
Un altro testo del Carroccio chiede il rinvio a gennaio – anziche’ al 30 novembre – della seconda rata dell’acconto delle imposte dirette per gli autonomi, compresi i contributi previdenziali e assistenziali. Il testo prevede che per il periodo d’imposta 2024, per i titolari di partita Iva che nel periodo d’imposta precedente abbiano dichiarato ricavi o compensi fino a 170mila euro, il versamento della seconda rata di acconto entro il 16 gennaio dell’anno successivo. Il pagamento potrà essere dilazionato in cinque rate mensili. Le parole del segretario della Cgil Maurizio Landini, “è arrivato il momento di una vera e propria rivolta sociale, avanti così non si può andare”, accendono il confronto politico sulla legge di bilancio. Il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti replica: “Landini stia molto attento a incitare alla rivolta sociale, perché integra gli estremi di un reato, oltre a perdere totalmente la faccia”. Gli risponde Arturo Scotto, deputato Pd, “forse Foti dimentica che in Italia esiste ancora la libertà di parola e anche quella di sciopero per i sindacati dei lavoratori”.
Il rapporto tra governo e parti sociali in questo momento risente di un confronto che procede a singhiozzo, che ha portato Cgil e Uil a proclamare lo sciopero generale per il 29 novembre a meno che non vengano modificate le misure della legge di bilancio in materia di sanità, pensioni e lavoro. Resta difficile anche la dialettica tra le sigle sindacali: oggi è stata firmata la bozza del rinnovo del contratto collettivo degli statali, che ha visto la firma della Cisl ma non di Cgil e Uil. Tra le novità del testo un aumento medio di circa 160 euro, la sperimentazione della settimana corta di 4 giorni su cui spalmare le 36 ore, più ricorso allo smart working. Il confronto tra sindacati e governo sulla legge di bilancio è in programma è stato fissato per la mattina di lunedì 11 novembre. Lo stesso giorno scadrà il termine per il deposito degli emendamenti, quello per i segnalati è in calendario il 18 novembre.
Oggi intanto terza giornata di audizioni sulla manovra in Commissione Bilancio. Nei giorni scorsa sono arrivati i rilievi mossi nei giorni scorsi da Confindustria “non dà risposte adeguate ai problemi e ai rischi del Paese”, di Bankitalia sull’economia che fatica e rende “più difficili gli obiettivi del Psb”. Mentre l’Istat ha certificato che ci saranno 2,4 milioni beneficiari in più del taglio del cuneo, con l’innalzamento della soglia a 40mila euro.
Oggi l’Ania segnala che la manovra prevede “interventi pesanti a carico esclusivo del comparto assicurativo”. La presidente Bianca Maria Farina spiega che con la misura “si interviene sulle modalità di versamento dell’imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche alla clientela emesse dalle imprese di assicurazioni relativamente alle polizze sulla vita dei rami III e V. Si tratta di una misura che non è stata condivisa preliminarmente con l’industria colpita e, soprattutto, che per una componente significativa ha carattere permanente”. (AGI)