Le audizioni sulla manovra in Commissione Bilancio alla Camera inizieranno lunedì 4 novembre con i sindacati. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti chiuderà le audizioni il pomeriggio del 7 novembre. Domani verrà stabilito il calendario delle scadenze sul deposito degli emendamenti.
Martedì 5 novembre le parti sociali verranno ricevute dal governo a Palazzo Chigi per un confronto sul testo che si preannuncia acceso. Domani mattina il leader della Cgil Maurizio Landini e quello della Uil Pierpaolo Bombardieri terranno una conferenza stampa comune, possibile l’annuncio di una mobilitazione sulla manovra che potrebbe non escludere lo sciopero. Alle due sigle sindacali la manovra non piace, valutano insufficienti i fondi previsti su sanità e lavoro.
La Cisl invece nei giorni scorsi ha espresso un “generale apprezzamento” per le misure contenute nella legge di bilancio, a partire dalla conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e dalla riduzione a tre aliquote Irpef. “Il sindacato deve fare il sindacato e non andare a ruota della politica”, commenta il leader della Cisl Luigi Sbarra.
Oggi il gruppo parlamentare Pd ha incontrato una delegazione della Cgil in vista della manovra. Le parti hanno espresso “profonda preoccupazione” per le misure contenute nella legge di bilancio. Avs invece ha visto sia la Cgil sia la Uil.
Prende le mosse intanto l’iter del testo in Aula. La presidenza della Commissione Bilancio della Camera ha chiesto con un parere lo stralcio di 5 commi contenuti in 3 articoli del testo della manovra. Nello specifico, i commi in questione riguardano: un fondo da 1,5 milioni per la tutela e la valorizzazione dei carnevali storici; uno a sostegno del settore dei festival, dei cori e delle bande musicali; uno in favore della Fondazione Museo nazionale della Fotografia. Per questi tre testi la motivazione dello stralcio è che si tratta di interventi che appaiono a carattere micro settoriale. Altri due commi, dell’articolo 84, riguardano la proroga del termine ultimo dei contratti a tempo determinato stipulati nelle more dello svolgimento dei concorsi per dirigenti tecnici banditi dal Ministero dell’Istruzione, di cui si chiede lo stralcio per sostanziale estraneità alla materia.
Il fisco è uno dei punti centrali della prossima legge di bilancio. Oggi l’Osservatorio sulla spesa pubblica e le entrate di Itinerari Previdenziali fa notare che sommando tutte le fasce di reddito fino a 29mila euro il 75,80% dei contribuenti italiani versa soltanto il 24,43% di tutta l’Irpef: una fotografia più vicina a quella di un Paese povero che di uno Stato membro del G7. Poco più di 6 milioni di contribuenti con redditi superiori ai 35mila euro, in sostanza, si fanno carico del finanziamento del welfare state. I punti fermi del Ddl bilancio – da circa 30 miliardi lordi – per il governo restano il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40 mila euro, la riduzione a 3 aliquote Irpef, le politiche contro l’inverno demografico con il bonus bebe’ una tantum da 1.000 euro per i nuovi nati dal 2025 in favore delle famiglie con Isee fino a 40mila euro. Tra le misure per finanziare la manovra l’anticipo delle imposte per gli istituti di credito e misure sulle assicurazioni da circa 3,5 miliardi.
Il governo prepara un percorso ‘blindato’ in Aula, con emendamenti contenuti visto lo spazio fiscale esiguo per ulteriori modifiche. Per le iniziative parlamentari invece saranno a disposizione circa 120 milioni di euro.
Tiene ancora banco il dibattito sulla riduzione di 4,6 miliardi fondo per l’automotive denunciata ieri dall’Anfia, che cade in un momento di profonda crisi per il comparto. L’Unrae esprime “profondo sconcerto e preoccupazione per la decisione del Governo di sottrarre ben 4,6 miliardi – dei 5,8 residui per il periodo 2025-30 – dal fondo” per la transizione verde, la ricerca, gli investimenti del settore automotive.
“In una fase di drammatica crisi dell’industria automobilistica europea, la decisione del governo Meloni di tagliare dell’80% il fondo di sostegno del settore automotive è una autentica follia, un vero e proprio tradimento delle imprese e dei lavoratori di un settore cruciale dell’industria italiana”, sostiene Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria Pd.
Mentre Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, si domanda: “Che è successo agli impegni solennemente annunciati poche ore fa per l’automotive? Il sospetto è di trovarci davanti a un caso di vero e proprio record nel tradimento di una promessa”. (AGI)