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Manovra: attesa revisione stime Istat, no ipotesi ‘tesoretto’

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Si apre la settimana che porterà all’analisi conclusiva dei macro dati in vista della stesura della nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, attesa in Consiglio dei ministri il 27 settembre. Dai dati contenuti nella Nadef, soprattutto quelli sul Pil e sul deficit, emergerà con maggiore chiarezza l’entità delle risorse a disposizione per la legge di bilancio. Una manovra, che per ammissione sia della premier Giorgia Meloni sia del titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti, dovrà fare i conti con risorse limitate che il governo intende concentrare su pochi provvedimenti, dalla conferma del taglio del cuneo fiscale alla detassazione delle 13esime passando per delle misure con incentivi alla natalità e un parziale riordino delle pensioni.
Il Mef predica prudenza, come da un anno sotto la guida di Giorgetti, e attende di valutare il contenuto della stima aggiornata dei conti economici nazionali che l’Istat diffonderà venerdì 22 settembre. Il Tesoro confiderebbe su dei dati che indichino delle variazioni positive sul Pil, anche per non dover far ricorso a nuovo deficit. Qualunque sia la revisione dei dati però, a quanto filtra, non ci sarebbe a disposizione un ‘tesoretto’ da poter investire per le misure della legge finanziaria.
A pesare sui conti pubblici sarebbero soprattutto gli impegni presi con il Superbonus, poco più di 100 miliardi di euro. Eurostat a breve produrrà i suoi conti proprio sui bonus edilizi, nelle scorse settimane alcune voci ipotizzavano un risultato che avrebbe potuto portare ad alzare il deficit sopra il 4,5%. C’è poi la contrazione della crescita nel terzo trimestre, segnato dalla stagnazione dell’economia tedesca (primo partner commerciale dell’Italia). Già nel secondo trimestre 2023, rileva Istat, il Pil italiano è diminuito dello 0,4% rispetto a quello precedente, mentre è cresciuto dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre del 2022. Giorgetti da giorni ripete nella trattativa sulla revisione del patto di stabilità in Europa vadano esclusi dal conteggio gli investimenti. Il titolare del Mef, ha fatto filtrare la sua convinzione che contro l’inflazione la sola politica monetaria non basti. Una posizione che non deve essere letta come una critica diretta all’ultimo rialzo dei tassi varato dalla scorsa settimana dalla Bce, ma nutrita dalla convinzione che la situazione non si risolverà con la sola politica monetaria senza aiutare la crescita.

In vista della manovra, intanto, oggi il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo ha chiarito: “Il nostro obiettivo è una proroga del taglio del cuneo fiscale per tutto il 2024, ma bisogna trovare le risorse. La situazione dei conti pubblici è abbastanza complessa, abbiamo sulle spalle il fardello del Superbonus, circa 100 miliardi. Il cuneo fiscale rappresenta una priorità per questo governo: ci muoveremo in questa direzione”. (AGI)

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