Nell’ambito di due distinte attività d’indagine, il comando provinciale della Guardia di finanza di Chieti ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini a 3 persone indagate per “maltrattamenti e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti”. Nella vicenda giudiziaria sono 22, in tutto, le parti offese individuate. Le indagini, condotte dai militari della Compagnia di Lanciano (Chieti), sono partite da un controllo finalizzato al contrasto del lavoro sommerso in una RSA locale dove sono stati sorpresi cinque lavoratori totalmente in “nero”. Gli accertamenti condotti hanno consentito, ai finanzieri, di ricostruire anche episodi di sopraffazione ai danni degli ospiti della residenza sanitaria assistenziale da parte dell’appaltatore dell’azienda. Avvalendosi di contenuti video-fotografici, chat telefoniche, testimonianze degli addetti alla casa di cura, degli ospiti e parenti di alcuni di essi, gli investigatori hanno ricostruito la condotta del gestore dei servizi socio-sanitari, un 45enne residente a Lanciano, considerate inumane e lesive per la dignità e la salute degli anziani residenti. In particolare si è accertato l’utilizzo di mezzi di coercizione, come l’utilizzo di armadi metallici posizionati intorno al letto, tali da non permettere la deambulazione dei pazienti, oltre al distacco notturno dei campanelli salvavita, alla mancata comunicazione alle competenti autorità sanitarie dell’insorgenza di un focolaio di scabbia avvenuto a inizio 2023 e la sostituzione dei farmaci, i cui flaconi venivano riempiti con dell’acqua.
Un anziano, degente presso la casa di cura, ha subìto ripetuti prelievi di denaro dal proprio conto corrente, per un ammontare di oltre 7 mila euro, da parte del gestore della RSA, il quale accumulava fondi mediante continue ricariche postepay, poi utilizzate per l’acquisto di vari beni personali. Una condotta che è stata verificata in seguito a un controllo della documentazione bancaria e commerciale comprovata anche dagli stessi esercenti n elle cui attività risultava effettuata la compravendita, in quattro casi, da una delle dipendenti della residenza sanitaria, una donna di 52 anni di Lanciano, nonché da un uomo di 63 anni di Paglieta (Chieti). (AGI)