In un locale dell’Eliseo adiacente al suo ufficio, il cosiddetto “salone verde”, il presidente Emmanuel Macron ha oggi accolto la prima riunione del nuovo Consiglio dei ministri guidato dal fedelissimo Gabriel Attal, che viene indicato come un suo vero e proprio “alter ego” o “mini-me”. La vicinanza della sala riunioni prescelta, invece della solita “sala degli ambasciatori”, è emblematica di quanto il presidente della Repubblica abbia intenzione di guidare le azioni del nuovo governo “ristretto”. Anche le parole che ha pronunciato, invitando i ministri a un’azione da “rivoluzionari” piuttosto che a un ruolo di semplici amministratori, e a raggiungere presto “più risultati”, vanno nella stessa direzione. E come volano per spingere ancora di più il cambiamento il presidente parlera’ ai cittadini “all’inizio della prossima settimana”, prima della dichiarazione di politica generale del nuovo primo ministro Gabriel Attal.
Il nuovo governo ha mantenuto al loro posto ministri chiave come Bruno Le Maire all’economia, Gerald Darmanin all’Interno, Sebastien Lecornu alla Difesa e Eric Dupond-Moretti alla Giustizia ma ha inserito alcune figure di marcata impronta conservatrice, determinando così, a sei mesi dalle elezioni europee, lo spostamento a destra di un governo (“destrizzato” secondo i giornali francesi) che nella precedente edizione ha provocato molti malcontenti nell’area sinistra della formazione di Macron, soprattutto in seguito alla legge sull’immigrazione.
Si tratta in particolare dell’ex ministra dell’epoca Sarkozy, Rachida Dati assegnata alla Cultura e di Catherine Vautrin, alla Salute, dopo che ebbe responsabilità di governo all’epoca della presidenza di Chirac. I giornali francesi ricordano l’iniziale ostilità di Dati rispetto a Macron, che accusava di “assenza di ideologia e convinzioni”, considerando il suo un “partito di traditori di sinistra e di traditori di destra”. Ora sostituisce Rima Abdul-Malak, entrata in polemica con il presidente sulla vicenda Depardieu, ed è chiamata ad “avvicinare alla cultura anche quelli che se ne sentono esclusi”, come ha detto lo stesso Attal. Un’altra “prima volta” per questo governo, con il premier più giovane di sempre, primo omosessuale dichiarato, riguarda il fatto che Dati è sotto inchiesta con l’accusa di corruzione e traffico di influenze risalente all’epoca in cui era ministro della Giustizia con Sarkozy presidente. “Non è una condanna, non è una colpa”, ha risposto Attal. Quanto a Vautrin, era stata fra le possibili opzioni per Matignon nel 2022, ma all’epoca fu bloccata dall’ala di sinistra della Republique en Marche. (AGI)