AGI – Le piste da sci resteranno chiuse nell’anno del Covid? La stagione invernale potrà ripartire? Le Regioni alpine interessate hanno approvato le linee guida per la riapertura delle piste da sci, ma il Governo ha raffreddato gli entusiasmi.
Per il momento le uniche date certe di apertura degli impianti sciistici sono quelle che interessano le gare di Coppa del mondo di sci alpino, previste a dicembre in Alto Adige e Trentino.
Sui social se ne discute tanto sovrapponendo diversi temi tra cui scuole e discoteche. Il picco delle conversazioni lo si può osservare tra il 23 e il 24 novembre in concomitanza delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha annunciato le chiusure degli impianti sciistici per contrastare la diffusione del coronavirus, parlando anche delle restrizioni previste per il periodo natalizio.
Le Regioni italiane coinvolte sono fortemente contrarie, prevedendo forti i timori per i danni per il turismo. Infatti l’economia che in tutto l’arco alpino ruota intorno al turismo invernale ha un peso economico stimato tra i 10 e i 12 miliardi di euro tra diretto, indotto e filiera e che dà lavoro a circa 120mila persone.
Come rilevato nei giorni scorsi le conversazioni nella “piazza social” con stretta attinenza al coronavirus e alle gravi conseguenze sanitarie della pandemia, si parla sempre meno. La salute pubblica e la saturazione delle terapie intensive sembrano argomenti meno rilevanti; la riduzione delle conversazioni rispetto ai mesi di settembre e ottobre, quando la seconda ondata si è concretizzata e sui social era il tema mainstream, è nettissima.
Oggi invece si parla di covid con riferimenti diversi: ipotesi sulla riapertura delle scuole a dicembre, novità sui vaccini, ristori, vacanze in montagna e conseguenze sul turismo.
Sulla chiusura degli impianti sciistici in Italia e negli altri paesi sulle Alpi, il sentiment registrato è ampiamente negativo all’85%. Buona parte degli utenti social e fermamente contraria, non ritenendo questa opzione una priorità in un contesto così complicato come quello attuale.
Ma vi è una porzione rilevante del campione rilevato che invece pensa non si debba mettere in grave difficoltà economica il settore turistico. Le discussioni e le polemiche mandano così in scena una sorta di nuovo “scontro di classe” al tempo della pandemia, e della settimana bianca.
La povera gente non ha soldi per andare a sciare
La povera gente non ha soldi per fare il cenone
La povera gente è quella che ci rimette sempre di più con un #lockdownitalia
— Viviana Desio #facciamorete #FBPEGlobal (@VivianaDesio)
November 23, 2020
Diciamocelo chiaramente: lo sci è uno sport da benestanti. I poveracci non possono permetterselo.
Ergo: per me gli impianti sciistici possono chiudere per sempre (tacciamo poi del danno ecologico).PS: Sciatori, risparmiateci le vostre risposte piccate.
— Lady of Shalott (@Lady_ofShalott_)
November 24, 2020
I valori delle emozioni negative ricavabili dall’analisi semantica dei contenuti sono molto alti: disapprovazione al 37% e rabbia al 30%, ai quali aggiungere il 13% di tristezza. Pensare alle vacanze mentre tante persone sono in difficoltà economica provoca anche un alto livello di tristezza (13%). Ma il sentiment negativo è determinato anche da chi, invece, si lamenta perché non vorrebbe rinunciare alle vacanze invernali e da chi teme il collasso del turismo alpino.
Io che amo sciare e la montagna piú di ogni altra cosa al mondo e che aspetto quella settimana l’anno come e piú di quella di Natale sono la prima a dire che quest’anno sarebbe complicato gestire gli impianti sciistici e quindi mi “rassegno” a quest’idea
— ℬeatrice (@heroesandcons)
November 27, 2020
Ovviamente molti utenti mettono in relazione la riapertura degli impianti sciistici, con altri temi attualmente in discussione come la riapertura delle scuole, la variazione della curva dei contagi, le difficoltà economiche con le quali moltissimi italiani devono fare i conti proprio a causa della pandemia.
Analizzando le conversazioni dell’ultima settimana inerenti gli impianti sciistici e le vacanze invernali osserviamo che “indignazione generale” è ricavabile nel 49% dei post. Anche “Troppi morti” (11%) è una delle ragioni principali per le quali le vacanze in montagna sono inopportune. Il 7% fa un paragone con la riapertura delle discoteche l’estate scorsa per ribadire le conseguenze negative sui contagi. Infine nel 6% delle conversazioni molti utenti non accettano di vedere messa nella lista delle priorità le vacanze invernali, quando ancora ci sono le scuole chiuse da mesi. Rileviamo anche commenti ostili nei riguardi di chi decidesse di andare all’estero a sciare, sebbene le perplessità su questo aspetto siano tante: piste chiuse in Italia, e aperte in Svizzera?
Analizzando le conversazioni dei politici, sulla tutela delle esigenze delle località turistiche in montagna, la Lega è particolarmente sensibile, e in generale il centro-destra vorrebbe evitare le chiusure.
Io che amo sciare e la montagna piú di ogni altra cosa al mondo e che aspetto quella settimana l’anno come e piú di quella di Natale sono la prima a dire che quest’anno sarebbe complicato gestire gli impianti sciistici e quindi mi “rassegno” a quest’idea
— ℬeatrice (@heroesandcons)
November 27, 2020
Pretendiamo che #Conte tuteli il #turismo invernale, tutti gli italiani che ci lavorano e tutte le #famiglie che vivono grazie ai relativi profitti. Facile imporre divieti, ma come intendono far arrivare alla fine del mese tutti i lavoratori di quel settore? Vogliamo risposte! pic.twitter.com/5zJbuQ3Za0
— Daniela Santanchè (@DSantanche)
November 24, 2020
Praticamente assenti le restanti forze politiche sui social su questo tema specifico in attesa di valutare e capire con esattezza come gestire il problema. Infatti il confronto tra regioni e Governo sulle aperture prosegue e dal comitato tecnico scientifico (Cts) le raccomandazioni sono chiare: non abbassare la guardia.
Vedi: Ma sui social si parla più di scuola o di settimana bianca?
Fonte: cronaca agi