I vertici di una serie di organizzazioni internazionali umanitarie e agenzie delle Nazioni Unite hanno firmato un documento in cui si denuncia il modo in Israele conduce l’offensiva a Gaza e si fa appello alla comunità internazionale per aiutare la popolazione palestinese.
“Da oltre un mese – scrivono Ocha, Unicef, Unops, Urwa, Programma alimentare mondiale e Organizzazione mondiale della sanità – non sono entrati a Gaza forniture commerciali e aiuti umanitari. Più di mille bambini sono rimasti uccisi o feriti nella prima settimana dopo la fine del cessate il fuoco, il bilancio più alto in una settimana nell’ultimo anno”.
Pochi giorni fa, hanno ricordato, “i venticinque forni gestiti dal Programma alimentare mondiale durante il cessate il fuoco hanno dovuto chiudere a causa della mancanza di farina e di gas”. Il sistema sanitario, aggiungono, non è più in grado di affrontare le emergenze.
“Siamo testimoni – spiegano – di atti di guerra a Gaza che mostrano il totale disprezzo per la vita umana. Nuovi ordini di evacuazione emessi da Israele hanno costretto centinaia di migliaia di palestinesi a fuggire di nuovo, e senza alcun posto sicuro dove andare”.
“Nessuno è al sicuro – denunciano – almeno 408 operatori umanitari, inclusi 280 dell’Unrwa, sono stati uccisi dall’ottobre 2023”.
L’appello si chiude con un messaggio: “Proteggete i civili. Facilitate l’arrivo di aiuti. Rilasciate gli ostaggi. Ripristinate il cessate il fuoco”.
A firmare il testo sono stati Tom Fletcher, responsabile dell’Ocha; Catherine Russell, direttrice esecutiva di Unicef; Jorge Moreira da Silva, direttore esecutivo dell’agenzia Onu per i progetti Unops; Philippe Lazzarini, commissario generale dell’agenzia per i rifugiati palestinesi Unrwa; Cindy McCaine, direttrice esecutiva del Pam, il Programma alimentare mondiale, e Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. (AGI)
NWY/SAB