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M.O.: Usa, 5 unità Israele colpevoli violazioni diritti umani

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Gli Stati Uniti hanno giudicato colpevoli di “palesi violazioni di diritti umani” cinque battaglioni delle forze armate israeliane (Idf). A renderlo noto il Dipartimento di Stato americano, precisando che i fatti sono avvenuti prima del 7 ottobre, data dell’attacco da parte di Hamas a Israele, in Cisgiordania e non a Gaza. In base a quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian, si tratterebbe di 4 unita’ dell’esercito e una della polizia.
“Al termine di un’indagine accurata siamo giunti alla conclusione che 5 unita’ delle forze di sicurezza israeliane debbano essere ritenute responsabili di tali violazioni. Quattro hanno posto rimedio ai danni causati, come da noi richiesto. Per quanto riguarda la quinta unita’ continuiamo a parlare e consultarci con il governo israeliano”, ha detto il portavoce del dipartimento di Stato, Vedant Patel, specificando che hanno ancora diritto a ricevere armi statunitensi.
Resta aperto il caso della brigata ultraortodossa Netzah Yehuda, solitamente dispiegata in Cisgiordania e ora impegnata sul fronte di Gaza. Nota per episodi di violenza e brutalità nei Territori occupati, è finita alla ribalta delle cronache internazionali negli anni passati per il caso di Omar Abdalmajeed As’ad, 78enne palestinese-americano morto per infarto nel gennaio 2022 dopo essere stato fermato a un check-point a nord di Ramallah: venne ammanettato, imbavagliato e costretto a giacere per terra al freddo per un’ora, nonostante l’età e le condizioni di salute.
“Avremo presto i risultati delle indagini, saranno comunicati nei prossimi giorni”, ha garantito nei giorni scorsi il segretario di Stato americano Antony Blinken. Il governo israeliano ha, per ora, evitato l’applicazione della legge Leahy – che impedisce agli Usa di inviare aiuti militari a eserciti e forze di sicurezza che violano diritti umani – facendo valere il memorandum d’intesa firmato nel 2018 e valido 10 anni, che stabilisce che allo Stato ebraico deve essere dato piu’ tempo per rispondere alle richieste di Washington.
In base a quanto riferisce l’agenzia di stampa Reuters, all’interno del dipartimento di Stato negli ultimi giorni è cresciuto lo scetticismo e sono in molti a ritenere “poco credibili e inaffidabili” le rassicurazioni israeliane relative all’utilizzo delle armi americane in linea con il diritto internazionale. Decisiva sara’ probabilmente la data del prossimo 8 maggio, quando Blinken sara’ chiamato a riferire al Congresso sulle risposte ottenute dallo Stato ebraico sulle violazioni riscontrate dagli Usa. (AGI)