Per la prima volta dall’inizio del conflitto a Gaza, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato una risoluzione che chiede “l’immediato cessate il fuoco durante il Ramadan”. Il testo è stato approvato grazie al fatto che gli Stati Uniti si sono astenuti e non hanno posto il veto come in precedenza. Una decisione, ha precisato il portavoce del Consiglio nazionale di Sicurezza della Casa Bianca John Kirby, che “non rappresenta un cambiamento nella nostra politica”. Gli Usa si sono astenuti per la mancanza, nella risoluzione, di una condanna ad Hamas e restano a “sostegno di un cessate il fuoco come parte di un accordo sugli ostaggi”, ha spiegato.
Ma la reazione di Israele non si è fatta attendere: il premier Benjamin Netanyahu ha revocato la missione a Washington di una delegazione che doveva confrontarsi con l’amministrazione Biden sulle alternative a un’operazione di terra a Rafah. La risoluzione “danneggia sia lo sforzo bellico che il tentativo di liberare gli ostaggi, perché da’ ad Hamas la speranza che la pressione internazionale permettera’ loro di accettare un cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi”, ha spiegato l’ufficio del premier. Per il ministro della Difesa, Yoav Gallant, in visita ufficiale negli Usa per incontri con il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan e con il segretario di Stato Antony Blinken, Israele “non ha il diritto morale di fermare la guerra mentre ci sono ancora ostaggi detenuti a Gaza. La mancanza di una vittoria decisiva a Gaza potrebbe portarci piu’ vicini a una guerra nel Nord”. Washington ha fatto sapere, per bocca di Kirby, di essere “molto delusa” dall’annullamento della missione israeliana negli Usa.
Hamas ha accolto con favore la risoluzione Onu, ribadendo la richiesta di “un cessate il fuoco permanente che porti al ritiro di tutte le forze sioniste dalla Striscia di Gaza e al ritorno degli sfollati”. Il gruppo palestinese si è detto inoltre disponibile “a impegnarsi in un immediato processo che porti al rilascio dei prigionieri di entrambe le parti”.
“Questa risoluzione deve essere attuata. Il fallimento sarebbe imperdonabile”, ha commentato da parte sua il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che stamane aveva condannato lo stop imposto da Israele all’Unrwa nella consegna di aiuti nel nord della Striscia, definendolo “totalmente inaccettabile”. (AGI)
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