Il gabinetto di guerra di Israele ha deciso di ampliare il mandato della squadra di negoziatori per ottenere il rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza in cambio di un cessate il fuoco. I colloqui al Cairo si sono interrotti una ventina di giorni fa quando i termini di un compromesso sono stati modificati all’ultimo rendendoli inaccettabili a Israele in linea con il precedente mandato. Secondo quanto riporta la stampa israeliana, c’è stato un ampio consenso tra l’establishment della sicurezza, il ministro della Difesa Yoav Gallant, i ministri Benny Gantz, Gadi Eisenkot e Ron Dermer e l’osservatore di gabinetto Aryeh Deri sulla necessità di dare maggiori margini ai negoziatori, anche se inizialmente il primo ministro Benjamin Netanyahu era contrario. A convincerlo, secondo l’articolo della testata y-net, sono state le pressioni seguite anche alla pubblicazione dei video sulle donne soldato IDF rapite il 7 ottobre. L’allargamento del mandato non è però stato ampio quanto avrebbero voluto i suoi sostenitori, spiegano ancora i giornali israeliani. Uno dei negoziatori, il general maggiore dell’esercito Nitzan Alon, avrebbe voluto più margine di manovra per discutere sulle richieste di Hamas e la possibilità di discutere con entrambi i mediatori, Egitto e Qatar, che non è considerato un interlocutore da Israele. Ynet ha riferito che questo potrebbe essere stato influenzato dal rapporto della CNN secondo cui l’Egitto ha cambiato i termini di un precedente accordo presentato ad Hamas, facendo saltare i negoziati. Secondo quanto riferito, il capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi ha affermato alla riunione del gabinetto di guerra che perseguire un accordo sugli ostaggi è la migliore linea d’azione militarmente, strategicamente e moralmente. Nel breve termine, ha sostenuto Halevi, un accordo, creando una tregua a Gaza, consentirebbe anche negoziati per porre fine alle ostilità nel nord con il gruppo terroristico libanese Hezbollah. (AGI)