L’Iran ha lanciato una serie di operazioni militari dirette a colpire Jaish al-Adl, un’organizzazione terroristica separatista che rivendica ‘diritti per i sunniti e autonomia per il Baluchistan’. Il regime iraniano ha piu’ volte accusato Israele di finanziare e sostenere i movimenti separatisti baluchi. Gli attacchi di questi giorni hanno fatto salire alle stelle la tensione con un altro gigante dell’area: il Pakistan. Tensione che alimenta ulteriori timori in un momento in cui il fragile equilibrio del Medio Oriente e’ sempre piu’ in bilico, messo a rischio dalle ripercussioni del conflitto tra Israele e Hamas.
La decisione con cui Teheran ha attaccato in queste ore trova fondamento nella guerra che la Repubblica Islamica, sciita, ha dichiarato a Jaish al-Adl, organizzazione di ispirazione sunnita nata nel 2012 dalle ceneri delle milizie Jundullah. Una lotta senza quartiere, in continuita’ con le operazioni, i raid e gli arresti che l’Iran ha condotto proprio nei confronti di Jundullah negli anni precedenti, infierendo un duro colpo all’organizzazione. Jaish al-Adl ha ereditato da Jundullah non solo i miliziani scampati alla repressione di Teheran ma anche il forte sentimento anti iraniano e l’obiettivo dell’indipendenza per la regione del Sistan-Baluchistan. Il leader di Jundullah (lett. i soldati di Allah) Abdulmalik Rigi rivendico’ un attacco contro i pasdaran iraniani in cui nel 2009 persero la vita sette persone. L’anno dopo Rigi fu arrestato e impiccato dal regime con l’accusa di essere una spia al soldo di Usa e Inghiterra. Dopo la morte di Rigi l’allora ambasciatore pakistano in Iran rivendico’ un ruolo centrale da parte dell’intelligence pakistana nella cattura del capo di Jundullah. Rigi, allora capo dell’organizzazione che oggi si chiama Jaish al-Adl, rivendico’ anche l’attentato che nel 2005 stava per uccidere l’allora presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. Sia Jundullah che Jaish al-Adl concentrano le proprie operazioni nell’area del Sistan-Baluchistan. Trattasi di una delle 31 province dell’Iran, situata al confine sudorientale del Paese, al confine con il Pakistan e Afghanistan. Proprio i movimenti transfrontalieri dei miliziani avevano reso il gruppo separatista un obiettivo da eliminare non solo per l’Iran, ma anche per il Pakistan. I membri dell’organizzazione appartengono alla comunita’ etnica dei Baluchi e si spostano su entrambi i lati del confine, una terra di nessuno dove sia Teheran che Islamabad fanno fatica a imporre la propria autorita’ e controllo. Il Pakistan negli ultimi anni ha ripetuto piu’ volte che l’organizzazione non ha una presenza fissa nelle province sotto la propria giurisdizione, al contrario ammette che alcuni membri del gruppo utilizzano la remota e inospitale propaggine occidentale della regione del Baluchistan pakistano. Il Baluchistan costituisce infatti la piu’ grande provincia del Pakistan e nonostante il nome che deriva dalla divisione amministrativa pakistana i baluchi costituiscono non piu’ del 40% della popolazione. Iran e Pakistan non sono disposte a cedere un centimetro alle pretese di indipendenza di questa etnia, spaccata in due sotto il controllo di Teheran e Islamabad. Iran e Pakistan sono decise a consolidare il controllo su un’area strategica, sospesa tra l’Altopiano iranico e la Penisola Arabica, lo sbocco al mare piu’ prossimo all’intera Asia Centrale. Condizioni che hanno reso il Baluchistan un’area sensibile, soggetta a moti di ribellione che affondano le radici nel passato e arrivano fino a oggi. Un’area oggetto di rivendicazione di movimenti come Jaish al-Adl, sostenuti da separatisti e nazionalisti che denunciano da sempre discriminazione da parte dei governi centrali e chiedono autonomia e un’equa distribuzione delle risorse verso un’area poverissima. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi di attacco alle forze di sicurezza pakistane e iraniane e il confine tra i due Paesi ha costituito un rompicapo per entrambi i governi; incapaci di imporre un controllo tra Teheran e Islamabad non sono mancati reciproci scambi di accuse di connivenza con le milizie ribelli del Baluchistan. Il Pakistan ha piu’ volte dichiarato di aver condiviso con Teheran informazioni e prove riguardanti la presenza di separatisti Baluchi che riparavano oltre il confine in seguito a pesanti attacchi nei confronti delle truppe pakistane. Islamabad ha piu’ volte rivendicato arresti e operazioni contro separatisti macchiatisi di attentati e attacchi in Iran. Allo stesso tempo Jaish al-Adl, cosi’ come Jundullah fino al 2012, ha anche sferrato diversi attacchi e teso agguati alle truppe iraniane. A fare il gioco dei separatisti la perfetta conoscenza del territorio, a cavallo di Iran, Afghanistan e Pakistan, un territorio montuoso, morfologicamente complesso da soggiogare. E a poco e’ servito incrementare negli ultimi anni il numero dei check-point, una decisione presa da entrambi i governi di Iran e Pakistan. (AGI)
TUY/BIA