Si e’ conclusa con un bilaterale con il segretario di Stato americano Anthony Blinken la missione del ministro degli Esteri turco Hakan Fidan a Riad. Quello di oggi e’ il terzo faccia a faccia tra i due a partire dallo scorso 7 ottobre, data di inizio della guerra tra Israele e Hamas che ha creato una crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.
Il capo della diplomazia di Ankara, un fedelissimo del presidente Recep Tayyip Erdogan, e’ giunto nella capitale dell’Arabia Saudita con l’obiettivo dichiarato di rilanciare gli sforzi per un cessate il fuoco e spingere per una soluzione politica che porti alla creazione di uno Stato palestinese. Fidan e’ reduce da una visita in Qatar e la scorsa settimana ha accolto in Turchia il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shukry. Qatar ed Egitto sono i due Paesi in prima linea nella ricerca di un’intesa tra Israele e Hamas che porti alla liberazione degli ostaggi israeliani e alla fine del conflitto. Lo scorso 20 aprile il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e’ stato ricevuto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan a Istanbul. All’incontro ha preso parte anche lo stesso Fidan. Una serie di incontri che hanno riportato la Turchia al centro dei negoziati per un cessate il fuoco tra l’organizzazione palestinese e Israele. L’incontro tra Fidan e Blinken e’ importante anche perche’ lo scorso sabato e’ stato annunciato il rinvio di una missione di Erdogan a Washington.
In base al programma inizialmente diramato il leader turco avrebbe dovuto incontrare il presidente americano Joe Biden alla Casa Bianca il prossimo 9 maggio. Non si conoscono le cause del rinvio, tuttavia con l’inizio del conflitto a Gaza tra Turchia e Usa, alleati Nato, non sono mancate divergenze di vedute e polemiche. Il presidente Erdogan si e’ ripetutamente rifiutato di definire Hamas un’organizzazione terroristica e ha accusato piu’ volte di genocidio il governo israeliano, paragonando il premier Benjamin Netanyahu al leader nazista Adolf Hitler. Gli Stati Uniti, al contrario, continuano a sostenere lo Stato ebraico e il recente veto opposto da Washington presso il Consiglio di Sicurezza dell’Onu al riconoscimento di uno Stato palestinese ha scatenato la dura reazione di Erdogan. Il recente scambio di colpi tra Israele e Iran ha pero’ riportato Ankara al centro di una mediazione mirata a evitare una escalation del conflitto. Nei giorni contrassegnati dall’attacco iraniano verso Israele del 13 aprile scorso, prima lo stesso Blinken con una telefonata a Fidan e in un secondo momento il capo della Cia, hanno chiesto ad Ankara di mediare con Hamas e Teheran.
Durante la due giorni di incontri a Riad ministro degli Esteri turco ha incontrato anche i colleghi di Norvegia, Giordania e Yemen, oltre che all’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Sicurezza, Josep Borrell. Quest’ultimo, al termine dell’incontro, ha scritto sulla piattaforma X che Turchia e Ue “concordano sull’urgenza di affrontare i problemi regionali e in particolare la sofferenza della popolazione civile a Gaza”. In base a quanto reso noto da Ankara, durante gli incontri con i colleghi norvegese, Espen Barth Eide, giordano, Ayman Safadi e yemenita, Shaya Mohsin Zindani, il ministro degli Esteri turco ha sottolineato come l’opinione pubblica stia protestando in tutto il mondo contro le operazioni israeliane. Fidan ha ribadito l’importanza “cruciale” della creazione di uno Stato palestinese e discusso i passi da compiere in questa direzione. Ankara chiede ai governi di incrementare la pressione diplomatica su Israele per porre fine agli attacchi su Gaza. (AGI)
TUY/RED