Il valico di Rafah sarà aperto per far passare gli aiuti umanitari attesi dai palestinesi nella Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato i presidenti americano ed egiziano dopo la visita di Biden in Israele, occasione per rinnovare il sostegno degli Stati Uniti allo stato ebraico e scagionarlo dalle responsabilità nell’attacco all’ospedale Ahli Arab che ha sollevato un’ondata di rabbia nella regione.
Da Rafah dovrebbero passare anche 27 tonnellate di aiuti alimentari che Mosca ha destinato al territorio palestinese.
Gli aiuti non arriveranno prima di venerdì a causa dei lavori da fare sulla strada, distrutta dai bombardamenti di Israele che si è impegnata a non impedire che cibo, acqua e medicine raggiungano la popolazione civile. Decine di camion pieni di aiuti aspettano da giorni in Egitto di entrare a Gaza. Per far fronte all’emergenza umanitaria, ha detto Martin Griffiths, capo delle situazioni di emergenza delle Nazioni Unite, servono almeno 100 camion al giorno.
Israele, tuttavia, ha posto una condizione. Questi aiuti non passeranno attraverso il suo territorio finché gli oltre ostaggi detenuti da Hamas non saranno rilasciati.
Intanto continuano gli sforzi diplomatici per arginare la violenza. Il primo ministro britannico Rishi Sunak sarà oggi nella regione, dopo che da Pechino, il presidente cinese Xi Jinping ha detto al primo ministro egiziano che il suo Paese vuole “collaborare per portare maggiore stabilità nella regione e nel mondo”.
Ieri gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che chiedeva una “pausa umanitaria” perché il testo non menzionava il “diritto di Israele a difendersi”. Resta da chiarire di chi sia la responsabilità delle vittime nel bombardamento di martedì sera dell’ospedale Ahli Arab. Dubbi anche sul bilancio: secondo il Ministero della Sanità del Territorio palestinese si tratta di 471 morti, molti meno secondo dell’intelligence europea che parla di non più di 50 morti.
Israele ha affermato di avere “prove” che a causare la strage sia stato un razzo sparato dalla Jihad islamica e finito fuori rotta.
Le forze armate israeliane hanno continuato la notte scorsa a colpire gli obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza uccidendo fra l’altro il capo del ramo militare dell’organizzazione terroristica “Comitati di resistenza popolare” a Rafah, Rafat Harb Hussein Abu Hilal.
Secondo quanto comunica la stessa Difesa su Telegram, nelle ultime 24 ore “IDF ha colpito centinaia di strutture terroristiche di Hamas, tra cui dozzine a Shuja’iyya. Le strutture includono postazioni di lancio di missili anticarro, tunnel del terrore, infrastrutture di intelligence e centri di comando aggiuntivi. Sono stati colpiti anche dozzine di mortai, la maggior parte dei quali sono stati distrutti immediatamente dopo aver lanciato proiettili contro Israele”.
“Nel corso dei combattimenti sono stati presi di mira numerosi agenti terroristici di Hamas appartenenti alle forze “Nukbha”, che guidarono la barbara invasione delle comunita’ circostanti la Striscia di Gaza. Piu’ di dieci terroristi sono stati colpiti in un attacco aereo di precisione” e in particolare Abu Hilal.
(AGI)
UBA