L’atto è dovuto e fa seguito all’apertura di una procedura di infrazione dell’Unione Europea. Quando l’Italia sospese il pagamento delle imposte nella zona colpita e “sostituì” il gettito con fondi propri, erogò agli Aquilani un aiuto di stato vietato dall’ordinamento comunitario.
La prima iniziativa dei contribuenti che hanno ricevuto le cartelle è stata ricorrere al giudice amministrativo per ottenere l’invalidazione della nomina del commissario Margherita Mario Calabrò.
“Il governo dovrebbe attivarsi con rapidità e risolutezza nei confronti della Commissione europea perché riconsideri l’apertura di una procedura d’infrazione sul tema della restituzione della tasse per le imprese colpite dal terremoto dell’Aquila del 2009. La sospensione delle tasse e la successiva rateizzazione non possono essere infatti considerate in nessun modo un aiuto di Stato perché rientrano in gran parte nel cosiddetto ‘de minimis’, al di sotto cioè della soglia di irrilevanza dell’aiuto” – interviene il presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro.
L’intervento sospensivo contestato all’Italia con riferimento al sisma dell’Aquila è il medesimo che successivamente è stato adottato per favorire la ricostruzione dei comuni marchigiani colpiti dal terremoto nel 2016. Confedercontribuenti è comunque in allerta per i contribuenti delle Marche con il supporto dell’avv. Catani.