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L’Osservatorio Vesuviano di Napoli, Custode della Storia del Primo Vulcano al Mondo

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Roma, 4 ago. – L’Osservatorio Vesuviano di Napoli, una struttura storica e unica nel suo genere, ha una storia affascinante raccontata dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) nell’articolo intitolato “Il Museo dell’Osservatorio Vesuviano: invitare il pubblico a esplorare il geo-patrimonio del primo osservatorio di un vulcano al mondo”, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale ‘Bulletin of Volcanology’.

Fondato nel 1841 per volere di Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie, l’Osservatorio Vesuviano ha visto il moderno nucleo della ricerca e del monitoraggio trasferirsi a Napoli oltre 40 anni fa. Tuttavia, l’antico edificio vesuviano ospita ancora un Museo che custodisce collezioni di grande valore scientifico, culturale e artistico risalenti all’inizio del 1800. Qui si possono ammirare strumenti scientifici, rocce e minerali, antichi libri che risalgono addirittura al 1500, antiche carte e modelli geologici. La collezione include anche foto e filmati di eruzioni storiche del Vesuvio, gouaches del 1700 e registrazioni su carta affumicata dell’attività sismica dal 1915 al 1970, nonché l’apparato stesso per affumicare la carta.

L’Osservatorio Vesuviano si estende sul Colle del Salvatore ed è composto da due edifici principali: l’edificio storico del 1841, circondato da un giardino storico, e una struttura moderna costruita negli anni ’70 per le attività di ricerca e monitoraggio dell’epoca. Tra le peculiarità dell’edificio storico ci sono due meridiane che indicano l’ora solare e i mesi dell’anno, e le ampie terrazze panoramiche con vista sul Golfo di Napoli, utilizzate un tempo per osservare i fenomeni vulcanici dall’esterno.

Un aspetto affascinante dell’Osservatorio è l’armonia tra l’arte e la scienza nelle sue sale: i soffitti sono decorati con rappresentazioni di Minerva, dea della scienza, che incorona Prometeo, Eolo che comanda i venti e Vulcano, dio del fuoco, con la sua Fucina. Questa presenza artistica sembra essere un omaggio allegorico alla benevolenza del re Ferdinando II di Borbone verso le Arti e le Scienze della Terra.

La collezione di strumenti scientifici pionieristici dell’Osservatorio Vesuviano è un vero tesoro che testimonia i progressi scientifici nel monitoraggio dei vulcani dall’Ottocento al Novecento. Comprende strumenti sismologici, magnetici, geodetici, geochimici e meteorologici utilizzati per la sorveglianza del Vesuvio. Tra questi, i sismografi progettati da Luigi Palmieri, Ascanio Filomarino, Emil Johann Wiechert, Guido Alfani e Giovanni Agamennone sono particolarmente significativi e costituiscono il cuore di una collezione unica al mondo.

I visitatori possono immergersi in questo patrimonio unico attraverso esposizioni permanenti e un percorso multimediale che ripercorre la storia del Vesuvio e l’origine del monitoraggio vulcanico. Il museo è situato all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, istituito nel 1995, e offre ai visitatori una rete di sentieri per apprezzare la geodiversità di Somma-Vesuvio, il cui legame con la storia umana si estende dal Neolitico ai tempi moderni, come testimoniato dai numerosi importanti siti archeologici intorno al vulcano, tra cui i famosi Pompei ed Ercolano.