AGI – L’Ocse migliora le stime del Pil dell’Italia per il 2021 ma lima quelle per il 2022 e prevede che l’economia recuperi i livelli pre-Covid entro la prima metà del prossimo anno. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, accoglie “con molto piacere” la riformulazione dell’Organizzazione e rilancia: “Puntiamo a una crescita post-Covid che sia piu’ alta rispetto alla media del periodo pre pandemia”.
Secondo il ministro l’obiettivo principale è “ultimare questa nostra lunga stagnazione della congiuntura” e, per spingere sull’acceleratore, si rendono necessari “una maggiore occupazione, maggiori investimenti e riforme strutturali che vadano a colmare i punti critici dell’Italia”.
Per l’Ocse “una volta placatasi la pandemia, la politica fiscale deve essere riorientata in maniera tale da stimolare una maggiore crescita e la creazione di posti di lavoro”. Arriva poi un monito sul debito pubblico che “salira’ quasi al 160% del Pil nel 2021” e sull’invecchiamento demografico che “mettera’ sotto pressione le finanze pubbliche”.
Stando allo studio economico riguardante il nostro Paese, il prodotto interno lordo nell’anno corrente crescerà del 5,9%. Le stime contenute nelle Prospettive Economiche dell’Ocse presentate a maggio prospettavano invece una crescita al 4,5% nel 2021. Nel 2022, secondo l’Organizzazione, ci si aspetta una crescita del 4,1% mentre le precedenti stime erano del +4,4%.
Secondo l’Organizzazione, bisogna prestare attenzione alle incertezze che riguardano “l’evoluzione del virus e il ritmo delle vaccinazioni in Italia e nel mondo. Tra gli altri rischi al ribasso figurano un’inversione nella tendenza alla ripresa della fiducia, tassi di fallimento più alti o più rapidi, e cicatrici più profonde del previsto dovute alla perdita di capacità imprenditoriale o di occupazione”.
Pur essendo “consapevoli di avere un rapporto col debito molto elevato” il governo si aspetta per quest’anno “di raggiungere un rapporto debito/Pil più basso rispetto al rapporto che abbiamo indicato nel programma di stabilità. Ci aspettiamo che il rapporto debito/Pil si ridurrà il prossimo anno e convergerà per la fine del decennio ai livelli precedenti al covid”, spiega Franco.
Per l’Ocse, inoltre, “la politica fiscale dovrebbe continuare a sostenere le famiglie e le imprese fino a quando la ripresa non sarà consolidata e più mirata. Revocare prematuramente il sostegno alla liquidità potrebbe indurre alla bancarotta imprese che, in condizioni differenti, sarebbero profittevoli. Aumenterebbero altresì i livelli di disoccupazione e poverà, già notevoli prima del Covid, penalizzando in primis i giovani e le donne”.
Le probabilità di attuare con successo le riforme strutturali e i progetti di investimento pubblico sono, secondo l’Ocse “ora maggiori che in passato” e in questo senso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “combina un’ambiziosa agenda di riforme strutturali e ingenti investimenti, offrendo un’opportunità unica di transizione verso una crescita più produttiva e decarbonizzata”.
Secondo l’Ocse il piano nazionale di ripresa e resilienza offre “un’opportunità unica per creare un’economia più verde, più digitalizzata e produttiva”.
Nella Pa mancano competenze, aumentare efficacia
“Accrescere l’efficacia del settore pubblico italiano è più urgente che mai”, ricorda poi l’Ocse spiegando che “sarà la chiave per assicurare il previsto impulso agli investimenti pubblici” e “l’intera pubblica amministrazione appare priva di personale dotato delle competenze necessarie.
L’accelerazione del pensionamento dei dipendenti pubblici nel corso del prossimo decennio consentirà di attuare un processo di rinnovamento, a patto che il processo di assunzione sia più agile e anticipi il fabbisogno di competenze, e a condizione che i dipendenti pubblici che andranno in pensione possano trasmettere la loro esperienza ai nuovi assunti”.
Restando sul tema pensioni, l’Ocse invita l’Italia a “contenere la spesa pensionistica lasciando scadere il regime di pensionamento anticipato (“Quota 100”) e la cosiddetta “Opzione Donna” nel dicembre 2021, e ristabilire immediatamente la correlazione tra età pensionabile e speranza di vita”.
Risponde sul tema anche il ministro Franco secondo il quale con la scadenza della misura “avremo un forte cambiamento nei criteri di ammissibilita’ per la pensione” e “siamo consapevoli che alcuni dei settori interessati stanno affrontano dei problemi, ci sono degli aspetti da tenere in considerazione”.
Ma il ministro si è detto “fiducioso che il governo troverà un equilibrio tra queste necessità e anche per prossima legge di bilancio. Adesso non posso dire qual + la soluzione che abbiamo in programma, perché va ancora discussa all’interno del governo, però ho fiducia che troveremo giusto equilibrio con il supporto di tutti i membri del governo”.
Source: agi