Fonte Sale e Pepe
Di Silvia Tatozzi
La vite ad alberello dell’isola siciliana nel 2014 è entrata ufficialmente nella lista dei patrimoni culturali dell’umanità. Nessun paese era mai riuscito a iscrivere una pratica agricola nella prestigiosa World Heritage List
L’iscrizione di questa antica pratica agricola nella prestigiosa World Heritage List è stata votata all’unanimità dai 161 stati membri dell’Unesco durante la riunione del 24 novembre a Parigi.
Per la prima volta a una pratica agricola viene riconosciuto un valore storico e culturale. La candidatura risale al 2010 e il 30 marzo 2013 è stata designata unica candidatura italiana per la sezione immateriale della lista del Patrimonio culturale.
Quella ad alberello è una tradizione secolare di Pantelleria, così consolidata da aver modellato nel tempo il paesaggio dell’isola siciliana. La coltivazione delle uve Zibibbo, che ha origini nordafricane e sarebbe stata introdotta dai Fenici, avviene in buche scavate nel terreno profonde una ventina di centimetri. Qui trovano dimora le viti che riescono a carpire le poche risorse idriche presenti nel terreno, rimanendo al contempo al riparo dai forti venti che sferzano sull’isola 300 giorni all’anno. Dalle preziose uve ricavate da questi vigneti nasce il pregiato Zibibbo, famoso in tutto il mondo e chiamato dagli addetti ai lavori anche Moscato d’Alessandria.
Le isole della Sicilia, e in particolare Pantelleria, hanno aperto anche il palinsesto del Cluster Bio-Mediterraneo di Expo Milano 2015: una innovativa piattaforma di dialogo e collaborazione tra i visitatori e i paesi partecipanti all’Esposizione Universale su alcuni tra i temi più cruciali per il futuro dell’umanità, come l’agricoltura, il cibo e la nutrizione, attraverso gli alimenti propri della cucina mediterranea.